Scontri tra tifosi, Antonella Leardi: “Forse morte di mio figlio non ha insegnato nulla”

"Forse la morte di mio figlio non ha insegnato nulla, forse le passerelle di qualcuno si sono perse nell'oblio. Io continuerò a credere che il calcio possa cambiare fin quando il buon Dio mi darà forza per farlo". Così Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito, il tifoso napoletano deceduto dopo essere stato ferito dall'ultrà romanista Daniele De Santis prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, il 3 maggio 2014; raggiunto da un colpo di pistola e ricoverato nell'ospedale Gemelli di Roma, il 31enne morì il 25 giugno successivo, dopo oltre 50 giorni di agonia.
La considerazione della donna arriva nelle ore di un altro grave episodio che ha coinvolto il mondo del calcio: gli scontri tra ultras di Napoli e Roma all'altezza dell'area di servizio di Badia al Pino, quella dove morì il tifoso della Lazio Gabriele Sandri, colpito dalla pallottola esplosa da un poliziotto poco dopo una rissa scoppiata tra tifosi di Lazio e Juventus. Quello di ieri pare essere stato un attacco organizzato, pianificato, che sarebbe nato da un agguato teso dagli ultras del Napoli a quelli della Roma. I tifosi azzurri, diretti a Genova per assistere alla partita contro la Sampdoria, avrebbero attaccato quelli giallorossi, che stavano andando a Milano per la sfida contro il Milan.
"Condanno, come sempre faccio da anni in ogni luogo in cui parlo, tutto ciò che è violenza nel calcio – prosegue Antonella Leardi – che per me e tutta l'Associazione che rappresento in memoria di mio figlio deve essere aggregazione, sportività e rispetto e non altro. Devo anche constatare però che nonostante i miei appelli c'è una parte di queste Istituzioni che continuano ad essere sorde di fronte ad un fenomeno che sembra sopito ma a cui basta una scintilla per riesplodere e l'episodio di oggi ne è la conferma".