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Scommesse e lotterie per riciclare soldi: perché alla camorra conviene anche quando perde

I clan di Caivano riciclavano soldi nelle scommesse, registrando anche grosse perdite. Ma per la malavita organizzata è un prezzo da pagare accettabile: i margini di guadagno sono altissimi.
A cura di Nico Falco
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Poco meno di 140mila euro giocati, 190mila incassati: fanno circa 50mila euro di guadagno. Ma a guardare le ricostruzioni dei carabinieri nelle indagini sul riciclaggio dei clan Sautto-Ciccarelli e Angelino-Gallo di Caivano, emergono anche altri conti decisamente meno vantaggiosi: 84mila euro di giocate per 25mila euro di vincite, o ancora 30mila euro scommessi e 9mila incassati. Dipende dalla fortuna, è chiaro. Ma, entro un certo margine, la camorra vince sempre.

Le scommesse legali per ripulire i soldi

I dati arrivano dall'ordinanza eseguita dai carabinieri ieri, 3 luglio, e che ha portato in manette anche il titolare di una ricevitoria di Caivano, accusato di avere riciclato i soldi della camorra tramite la sua attività e di averci anche guadagnato in quanto incassava, come prevede la normativa, l'aggio dell'8% sulle scommesse.

Il sistema era piuttosto semplice: i soldi provenienti da droga ed estorsioni venivano usati per scommesse legali, in questo caso per lo più puntate sul 10 e Lotto (ma c'erano anche scommesse sportive) e, in caso di vincita, i tagliandi venivano intestati a parenti o persone legati da vincoli di convenienza col gruppo. Le indagini sono partite dalla scoperta della ricevuta di una operazione postale: da quella i militari hanno trovato un conto corrente intestato alla moglie di un pregiudicato su cui, in una decina di giorni, erano piovuti oltre 150mila euro, tutti bonifici per vincite al "10 e lotto".

La tabella del ministero della Giustizia colombiano
La tabella del ministero della Giustizia colombiano

Perché ai clan conviene anche perdere alle scommesse

Partiamo da un concetto, che è alla base del sistema riciclaggio: i soldi di droga ed estorsioni, così come quelli di qualsiasi attività illecita, non esistono. L'aneddotica criminale è piena di storie di camorristi con banconote infilate ovunque in casa, ricchissimi e poverissimi allo stesso tempo: quel denaro può essere usato solo per le spese quotidiane, fare grossi acquisiti e avere reddito zero significa attirare le indagini.

Serve, quindi, ripulire i soldi. Farli uscire con qualche sistema e farli rientrare come leciti. A questo scopo le scommesse sono perfette: ci sarà sempre un tagliando vincente per giustificare quel denaro. A meno che non si parli di giochi truccati, però, è impossibile prevedere quanto si potrà riciclare con questo sistema e quanto andrà invece perso.

Ma alla camorra conviene sempre, visto l'enorme margine di guadagno sugli stupefacenti. Per fare due conti: in una relazione del 2021 il ministero della Giustizia della Colombia, il Paese principale produttore della cocaina, stima il costo di un chilo di cloridrato di cocaina (la "polvere", quella delle piazze di spaccio) in circa 4.500 dollari, quindi poco meno di 4mila euro. Al dettaglio, però, il prezzo di vendita è di circa 80 euro al grammo: fanno 80mila euro al chilo.

Anche considerando i rincari dei vari passaggi, del trasporto, delle intermediazioni, anche supponendo che il costo del chilo della cocaina si moltiplichi per dieci, resta comunque un margine di guadagno del 100%. Abbastanza per ammortizzare qualche migliaio di euro di perdita.

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