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Sandokan, al processo appalti RFI nessun deposito di dichiarazioni di Francesco Schiavone

Nessuna dichiarazione di Francesco “Sandokan” Schiavone è stata depositata quest’oggi al processo sugli appalti Rfi, in cui è imputato Nicola Schiavone, considerato dagli inquirenti il “prestanome” dello storico capo dei Casalesi.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Al processo sugli appalti di Rete Ferroviaria Italiana in corso al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, a Caserta, non sono state depositate dichiarazioni di "Sandokan", al secolo Francesco Schiavone, numero uno del clan dei Casalesi che ha deciso di collaborare con la giustizia. Vi era grande attesa per l'udienza di quest'oggi, ma alla fine nessun "segreto" è stato depositato. Ma non è escluso che possa accadere il prossimo 22 aprile al Tribunale di Napoli, nel secondo filone del processo dove vengono contestati i i reati di intestazione fittizia di beni, turbativa d'asta, corruzione, riciclaggio con l'aggravante della metodologia mafiosa, e rivelazione di atti coperti dal segreto delle indagini.

Questa mattina a Santa Maria Capua Vetere sul banco degli imputati c'era invece Nicola Schiavone, vecchio amico di "Sandokan" e considerato dagli inquirenti il suo prestanome, imputato per associazione camorristica. Un'accusa dalla quale Nicola Schiavone è sempre risultato indenne: ma secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, sarebbe invece uno dei colletti bianchi più importanti dell'intero clan. Il fratello Vincenzo, invece, era stato condannato a due anni al termine del maxi processo Spartacus al clan degli Schiavone. La difesa di Nicola Schiavone aveva chiesto, inoltre, che il processo si svolgesse a porte chiuse per evitare che l'enorme attenzione mediatica sulla vicenda potesse ledere la privacy degli imputati: la richiesta degli avvocati Caterina Greco e Umberto Del Basso De Caro è stata però respinta.

Nicola Schiavone, oggi 70enne, secondo la DDA avrebbe avuto rapporti "personali ed economici" molto forti con Francesco Schiavone, al punto che avrebbe battezzato proprio il primogenito di Sandokan. Nell'udienza di oggi, uno dei consulenti della Procura ha confermato che nel 1981 nella società di costruzioni "Scen", di Nicola Schiavone, comparisse anche lo stesso "Sandokan" come socio. Nessun deposito, dunque, di dichiarazioni di quest'ultimo. L'attesa è rimandata al prossimo 22 aprile al tribunale di Napoli.

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