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Rosa Andolfi morta dopo il parto a Napoli, la perizia medica: poteva essere salvata

Rosa Andolfi, morta a 29 anni dopo il parto, poteva essere salvata: così i consulenti nominati dai legali della famiglia, che chiede la riapertura del caso.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Rosa Andolfi
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Rosa Andolfi poteva essere salvata: lo ha stabilito una perizia medica sulla giovane di 29 anni, morta cinque ore dopo aver dato alla luce il secondo figlio la notte tra il 19 e il 20 febbraio 2020, nella clinica Villa Betania di Ponticelli, quartiere orientale di Napoli. A dirlo sono stati due consulenti nominati nominati dalla giudice che sta seguendo il caso, Fiammetta Lo Bianco: le conclusioni dei consulenti hanno rettificato quelle a cui giunsero i periti nominati dagli inquirenti. Si va, dunque, verso la riapertura delle indagini: la famiglia di Rosa Andolfi, difesa dagli avvocati Amedeo Di Pietro ed Alessandro Milo, chiede ora la riapertura del caso, e ad essere denunciati potrebbero essere proprio i consulenti che erano stati nominati dalla Procura.

Il decesso a febbraio 2020

La 29enne napoletana viveva nella zona di Piazza Mercato, nel centro di Napoli, ed era al suo secondo parto. Ricoverata il 17 febbraio dare alla luce il suo secondogenito, sarebbe stata già in condizioni gravi al suo arrivo, a causa di due malattie congenite differenti e di una patologia respiratoria cronica. Sarebbero state queste a decretare il peggioramento delle sue condizioni, con i medici che decisero di procedere al parto con il taglio cesareo: il 19 febbraio, il bambino venne alla luce nel Dipartimento Materno-Infantile del Villa Betania, pesando due chili e trecento grammi, e fortunatamente in buona salute. Le condizioni di Rosa Andolfi, invece, precipitarono: ricoverata in Terapia Intensiva per problemi respiratori, morì cinque ore dopo.

La denuncia del marito

A presenta denuncia fu il marito, Umberto Iaccarino: gli inquirenti subito sequestrano la documentazione sanitaria, così come la salma della ragazza che venne sottoposta ad esami autoptici. Dopo il decesso della donna, Villa Betania pubblicò una nota in cui spiegava:

Siamo scossi dall'accaduto e partecipiamo al dolore dei familiari e siamo in attesa degli accertamenti medico-legali per avere la completa e corretta definizione degli eventi, consapevoli di avere agito nel rispetto delle regole mediche e aver fatto tutto il possibile per salvare la vita della mamma e del bambino.

Nei giorni successivi vennero indagati, come atto dovuto, anche sei medici di Villa Betania, ma le indagini non ebbero ulteriori sviluppi. Fino ad oggi, con i legali della famiglia che chiedono la riapertura del caso dopo la nuova perizia medica.

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