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Rifiuti, a Napoli migliora la raccolta differenziata al 46,5 per cento nel 2025: in 3 anni su di 10 punti

A Napoli migliora la raccolta differenziata: in tre anni su di 10 punti. Oggi è al 46,5 per cento.
A cura di Pierluigi Frattasi
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La raccolta differenziata dei rifiuti a Napoli è al 46,5% nel 2025, con una crescita del 2,5% rispetto all'anno scorso, quando arrivava al 44,4%. In tre anni è salita di 10 punti. Questi i dati dell'Asìa Napoli, la società dell'igiene urbana di proprietà del Comune, guidata dall'amministratore unico Domenico Ruggiero. I dati sono stati diffusi ieri a Palazzo San Giacomo, in occasione della presentazione del bilancio di Asìa. Un piccolo passo in avanti, insomma, per il capoluogo partenopeo, che resta ancora distanziato rispetto alle performance di altre grandi città italiane.

Napoli tra le grandi città per raccolta differenziata

Nel 2025, secondo il rapporto Rifiuti Urbani dell'ISPRA sulla raccolta differenziata nelle città italiane con oltre 200mila abitanti, al primo posto c'è Bologna (72,8%), seguita da Padova (65,1%), Venezia (63,7%) e Milano (63,3%). Seguono Firenze (60,7%), Messina (58,6%), Torino e Verona (57,4%). Più indietro, seppure in crescita, Genova (49,8%), Roma (48%), Bari (46%) e Napoli al 44,4%. Nell'anno che sta per terminare, il capoluogo partenopeo è riuscito a migliorare la differenziata di 2,5 punti. Secondo i dati ISPRA, nel 2024 il Sud raggiunge il 60,2% di raccolta differenziata, mostrando una crescita rilevante e continua. In questo contesto, Napoli svolge un ruolo decisivo: dal 2022 al 2025 la città registra un incremento di circa 7 punti percentuali, contribuendo in modo sostanziale alla riduzione del gap tra Sud e Centro. Ma la strada per arrivare all'obiettivo del 60 per cento entro il 2027 è ancora lunga.

In città ci sono ancora le discariche illegali

In città si contano ancora discariche di rifiuti illegali, sversamenti illeciti, conferimenti sbagliati. Anche se l'Asìa cerca di fare il possibile per fermarli. Sono ancora poche le telecamere per stanare chi sversa rifiuti pericolosi e illegalmente, a volte arrivando anche da fuori città. Scarti edili, rifiuti tossici, ingombranti e pericolosi. Montagne di cartone. Spesso si tratta di imballaggi che i negozi dovrebbero tenere all'interno per essere conferiti in strada al momento della chiusura, ma che molti esercizi preferiscono gettare nelle campane, ostruendole completamente, perché non hanno sufficiente spazio al proprio interno.

Rifiuti in strada a Napoli a dicembre 2025
Rifiuti in strada a Napoli a dicembre 2025

Il Rapporto Ispra evidenzia tuttavia che l’aumento della raccolta differenziata non è sufficiente a garantire il raggiungimento dei target europei di riciclo effettivo. La distanza tra RD e riciclo reale resta superiore a 15 punti percentuali, segnale della necessità urgente di potenziare il sistema impiantistico nel Mezzogiorno. È in corso la procedura di gara per la realizzazione del nuovo impianto di recupero di ingombranti e carta/cartone, un tassello essenziale per ridurre i costi di gestione, aumentare i volumi avviati a riciclo effettivo e consolidare il percorso di industrializzazione della città.

“In questi anni abbiamo recuperato diversi punti percentuali di raccolta differenziata: siamo sulla strada giusta – sottolinea l’Assessore al Verde e alla Salute pubblica, Vincenzo Santagada – Sicuramente occorre incentivare l’ottimizzazione dei processi, partendo dallo sviluppo delle infrastrutture territoriali. Oltre al miglioramento delle attività di differenziazione dei rifiuti, la nuova impiantistica potrà dare il suo contributo alla riduzione dei costi a carico dei cittadini”.

"La frammentazione della gestione – spiega Domenico Ruggiero, Amministratore Unico di ASIA Napoli – è oggi uno dei principali ostacoli alla sostenibilità economica e alla capacità dei territori di raggiungere gli obiettivi europei. Senza sistemi integrati e senza una visione unitaria della filiera, il rischio è quello di continuare a disperdere risorse e aumentare i costi a carico dei cittadini".

Ruggiero sottolinea inoltre che il processo di aggregazione non deve essere inteso come una minaccia per le realtà esistenti: "La capacità di aggregare non è l’eliminazione delle identità consolidate, ma la loro trasformazione rispetto al nuovo mercato e ai vincoli del regolatore. Solo evolvendo insieme – prosegue – possiamo garantire la sopravvivenza di tutti gli operatori del settore, tutelando il lavoro, migliorando l’efficienza e offrendo servizi all’altezza delle aspettative dei cittadini".

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