Il direttore d’orchestra Riccardo Muti: “Se dite di essere nati a Napoli il mondo vi rispetta”

Il grande amore del direttore d’orchestra partenopeo Riccardo Muti verso la città che gli diede i natali è stato più volte dimostrato con parole e gesti.
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Riccardo Muti
Riccardo Muti

Riccardo Muti, direttore d'orchestra fra i più noti al mondo, è nato a Napoli, fu la madre, Gilda, partenopea a decidere di far nascere sotto il Vesuvio quello che sarebbe poi diventato una leggenda della musica. Fino all'adolescenza Muti ha vissuto a Molfetta, in Puglia, per poi ritrasferirsi a Napoli per frequentare gli ultimi due anni di superiori al Liceo classico statale Vittorio Emanuele II  e diplomarsi in pianoforte al Conservatorio di San Pietro a Majella. Nella sua biografia (Prima la musica, poi le parole – Rizzoli),  il maestro scrive:

Qualcuno mi ritiene pugliese, altri mi ritengono napoletano, e in qualche modo i molfettesi si risentono del fatto che io – per ragioni obiettive – non posso non dire di essere nato a Napoli.

Successe il 28 luglio del 1941, durante la guerra, da madre napoletanissima e padre pugliese. Sono nato a Napoli, ma mi riportarono subito a Molfetta, e mantengo dentro di me lo stesso amore per l’una e l’altra patria: amo definirmi un apulo-campano.

Muti sempre esaltato la sua napoletanità con frasi che sono rimaste nell'immaginario collettivo dei partenopei come grandi atti d'amore verso la città che gli diede i natali."Se girate il mondo e vi chiedono: ‘Dove siete nato?' e voi dite ‘A Napoli', il mondo vi rispetta" disse una volta.

Se un giorno andrete in giro per il mondo e finirete, che so io, in America, quando vi chiederanno dove siete nati e risponderete “A Napoli” vi rispetteranno»; pronunciò il verbo aggiungendo alla s una e come sanno fare solo i napoletani.
«Se invece diceste “A Molfetta”, dovreste perdere un po’ di tempo a spiegare dov’è.

Muti ha spesso ricordato Napoli come un ‘dono', insieme a quello della musica della madre Gilda: «Napoli era per lei il regno da cui tutto s'irradia» disse una volta il maestro in una bella intervista di Repubblica, incentrata proprio sul suo rapporto col capoluogo campano. «Ogni volta che ci vado – dichiarò poi riferendosi alla città – mi coinvolge profondamente lo spettacolo della città, meravigliosa e ferita. Dal punto di vista musicale, inoltre, Napoli ha avuto un'importanza enorme e non abbastanza valutata. Spesso è stata al centro del mio lavoro».

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