La storia Renato Carosone, l’artista che ha portato la nuova musica napoletana nel mondo

È stato uno degli artisti italiani più rappresentativi del Novecento, simbolo della canzone napoletana nel mondo: cantautore, compositore, pianista, direttore d'orchestra, negli ultimi anni della sua vita anche pittore. Tutto questo, e anche di più, è stato Renato Carosone: il 3 gennaio ricorrere l'anniverario della nascita.
Qualche anno fa, durante in occasione del centenario, e il concerto di Capodanno in piazza Plebiscito, anche Stefano Bollani ha omaggiato Carosone, uno dei suoi idoli, cantando alcune delle sue canzoni più famose.
La vita di Renato Carosone
Nato a Napoli il 3 gennaio del 1920, nella zona di piazza Mercato, Renato Carosone comincia a dimostrare sin da piccolissimo una passione per la musica, cominciando da bambino a suonare un vecchio pianoforte della madre e poi prendendo lezioni su insistenza del padre, impresario al Mercadante, storico teatro di Napoli.
A soli 17 anni, Carosone si diploma così in pianoforte al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli; nello stesso anno viene scritturato da una compagnia d'arte e parte per l'Africa orientale italiana. Quando la compagnia si divide, Carosone rimane in Africa e si spinge fino ad Asmara, dove conosce Italia Levidi, detta Lita, della quale si innamora e che sposa nel 1938, mentre l'anno dopo, a Roma, nasce il figlio Giuseppe.
Le canzoni di Carosone
Ispirato dalla moglie Lita, a metà degli anni Cinquanta Carosone scrive "Maruzzella", la canzone che lo consacra definitivamente. Sempre nei '50, nascono altri famosissimi brani come "Tu vuò fa l'americano", "Caravan petrol", "Pigliate ‘na pastiglia" e "Torero", canzone che verrà tradotta in 12 lingue e rimarrà per due settimane in vetta alle classifiche americane.
Renato Carosone, insieme a Domenico Modugno, è il solo artista italiano ad aver venduto dischi non incisi in lingua inglese negli Stati Uniti. Negli anni, Carosone si è esibito in Europa, a New York, a Cuba, in Sud America e, alla fine degli Anni Cinquanta, ha deciso di ritirarsi dalle scene, salvo tornare in alcune occasioni come alla Bussola nel 1975, al Festival di Sanremo del 1989 e in una tournee in giro per il mondo. È morto il 20 maggio del 2001 nella sua casa romana.