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Covid 19

Regione Campania, lettera al ministero della Salute: Ecco perché non faremo mix di vaccini Covid

La Regione Campania con una lunga lettera indirizzata al ministero della Salute spiega perché non procederà al mix di vaccini Covid-19 e perché ha fermato le somministrazioni di AstraZeneca e Johnson agli under 60: “Per scongiurare nuove imprudenze sembra inoltre necessario interrogarsi su che cosa accadrà se le persone dovessero aver bisogno di una terza dose per prolungare l’immunità o proteggersi contro le varianti emergenti del Coronavirus”.
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La Regione Campania non somministrerà – per ora – vaccini anti-Covid a vettore virale AstraZeneca e Johnson & Johnson agli under 60. Non solo: ha vietato anche i "mix" vaccinali con Pfizer per la seconda dose. La direttiva è di ieri, messa nero su bianco dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

E oggi l'ente regionale rende nota la lettera con la quale ha chiesto al ministero della Salute di esprimersi su una questione, quella del vaccino, delle seconde dosi e dei ‘mix' vaccinali, che sta letteralmente preoccupando l'Italia intera.

Scrive la Regione Campania:

 si ritiene doveroso sottoporre alla riflessione di codesto Ministero le valutazioni tecniche svolte dagli specialisti componenti dell’Unità di crisi sul tema oggetto della circolare e degli allegati pareri, che involgono tematiche di evidente complessità, rilevanza ed urgenza, in ragione dei diritti ed interessi coinvolti. Invero, sussistono ancora dubbi in merito a potenziali rischi connessi all’uso dei vaccini da adenovirus virale in qualsiasi fascia di età – peraltro già legittimi tenuto conto dell’oscillante orientamento registrato in ordine ai casi di eventi avversi connessi alla indicata tipologia di vaccini – e si rafforza l’esigenza di maggiore chiarezza dei pareri del CTS, nei quali, allo stato, si rinvengono mere “raccomandazioni” sull’uso dei vaccini.

Non sembra, inoltre, ancora sufficientemente chiaro, in termini di rispetto del principio di precauzione, l’effettiva ricorribilità, in condizioni di sicurezza, alla cd. “vaccinazione combinata”, che pure viene prospettata nella circolare in riscontro, la quale porrebbe comunque problemi di attuazione in sede di somministrazione della terza dose, la cui necessità è oggi data come probabile dalle stesse case produttrici.

Sul tema dell’approccio “mixed-eterologo” dei vaccini contro Sars-CoV2, la Regione dice che «è stato rilevato, in particolare, che l’attuale letteratura scientifica non appare aver ancora assunto una posizione univoca». Ci sono due studi, uno spagnolo e uno inglese  (AstraZeneca più Pfizer) ma secondo Palazzo Santa Lucia gli esiti «sembrano deporre per una certa cautela nell’approcciarsi troppo velocemente ad una strategia di vaccinazione eterologa. In particolare, somministrare alle persone la prima e la seconda dose di vaccini diversi probabilmente potrebbe avere un senso, ma sulla base dei dati ad oggi disponibili non sembrano sussistere margini idonei di affidabilità e sicurezza per la cittadinanza».

Si legge ancora:

Per scongiurare nuove imprudenze – come nel caso degli eventi avversi rilevati in post-marketing con i vaccini Vaxzevria e Johnson&Johnson – sembra inoltre necessario interrogarsi su che cosa accadrà se le persone dovessero aver bisogno di una terza dose per prolungare l'immunità o proteggersi contro le varianti emergenti del coronavirus. È noto, infatti, che dosi ripetute di vaccini a base di virus come l'Oxford-Vaxzevria tendono ad essere sempre meno efficaci, perché il sistema immunitario aumenta la risposta contro l'adenovirus; e che i vaccini a RNA, al contrario, tendono a innescare effetti collaterali più forti con dosi aggiunte.

Si conclude parlando della Campania e delle decisioni prese (stop a mix vaccini e ad AZ e J&J agli under 60):

nell’interesse sanitario della cittadinanza campana, alla luce anche dei dati scientifici sulla protezione fornita anche da una sola dose di Vaxzevria, in attesa di chiarimenti scientificamente più corposi in termini di numerosità e di validazione scientifica [….] attendere l’acquisizione di ulteriori indicazioni di Codesto Ministero, rese anche sulla base delle valutazioni sopra riportate e, nelle more, non procedere alla somministrazione di vaccini diversi, in coerenza con le preoccupazioni scientifiche espresse, con eccezione dei soli soggetti per i quali risulti in scadenza la dodicesima settimana dalla prima dose e che ne facciano espressa richiesta. Si resta in attesa di cortese urgente riscontro.

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