Regionali Campania, Granato (Campania Popolare): “Fico e De Luca? Stesso blocco di potere”

Si avvicinano le elezioni regionali in Campania fissate per il 23 e 24 novembre prossimo, ed a Fanpage.it stiamo intervistando alcuni dei candidati al consiglio regionale, ma anche i candidati presidente.
Il primo ad accettare il nostro invito è stato Giuliano Granato, candidato presidente per Campania Popolare, che racchiude Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani. Alla sua seconda candidatura a Palazzo Santa Lucia, questa volta i sondaggi incoraggiano il candidato dell'estrema sinistra dopo la buona performance del cartello elettorale alle ultime regionali in Toscana dove Antonella Bundu ha raccolto il 5,2%. Alternativa al centro sinistra ed alle destre, la coalizione di Granato punta su welfare, sanità e lavoro, oltre a puntare il dito sulla continuità tra i 10 anni di Vincenzo De Luca e l'esperienza di Roberto Fico.
Voi siete alternativi ai due schieramenti principali, avete una collocazione politica precisa, cosa vi ha spinto a tentare questa avventura?
In realtà ci candidiamo contro un blocco di potere che è trasversale alle destre ed al centro sinistra. Quando tu dici sinistra, in quelle liste ti ritrovi Cesaro, Mensorio, Sommese, ma dov'è la sinistra? Ci candidiamo per un motivo molto semplice, il futuro in mano a questi qua già sappiamo quale sarà, sarà un futuro garantito per i "figli di", i figli di Mastella, i figli di Cesaro, non certo ai figli di nessuno, ai figli della povera gente, la gente comune. Non c'è lavoro, il lavoro che c'è è un lavoro povero, la sanità è allo sfascio, l'unica possibilità è scappare, noi invece vogliamo presentare un kit anti fuga per fare in modo che la gente possa restare, perché questa è casa nostra.
Secondo voi non ci sarà nessuna discontinuità tra De Luca e Fico?
De Luca si è già garantito la continuità, se l'è garantita piazzando molte sue persone in tutte le liste, non solo in "A testa alta" la sua lista, ma anche nelle altre, e non solo nel centro sinistra, anche a destra, come Zannini che è passato con Forza Italia ed è candidato con loro, oppure come Caputo, l'ex assessore all'agricoltura, anche lui candidato con Forza Italia. Ha nominato 86 dirigenti tra amministrativi e sanitari per garantire la continuità al percorso che ha già avviato, Fico non ha detto una parola di discontinuità in questa campagna elettorale.
La sanità resta nella percezione degli elettori, il principale problema della Campania, quali sono le vostre proposte e qual è lo stato dell'arte secondo voi?
La prima proposta è dire la verità, non si può sentire De Luca che continua a parlare di miracolo della sanità, che parla della sanità in Campania come se fosse la Svezia o la Svizzera. Io porto ad esempio una prenotazione di un ragazzo fatta il 10 ottobre, si tratta di una visita oncologica dermatologica, una visita preventiva, necessaria anche perché nella famiglia di questo ragazzo c'era già stato un lutto, una sorella morta di tumore alla pelle, ebbene gli hanno dato la visita dopo 11 mesi, a giugno 2026, non sono tempi accettabili, il primo problema della sanità sono le liste d'attesa infinite. Su questo non si è fatto nulla, De Luca può fare tutte le false conferenze stampa del mondo, ma non cambierà la realtà. E qual è il progetto di questa giunta? Costruire 10 nuovi mega ospedali, che saranno anche delle scatole bellissime, ma sono scatole vuote. Il Santobono, il nuovo Ruggi d'Aragona, questo progetto è solo un regalo ai costruttori. Noi abbiamo bisogno di altro, di una sanità territoriale che sia una sanità preventiva, in questa regione non si fa prevenzione, abbiamo i record negativi per quanto riguarda la prevenzione. Faccio l'esempio della giornata di prevenzione gratuita a Piazza Plebiscito, arrivano 50 mila persone, i vertici della sanità si stupiscono e parlano di successo. Invece no, quello è un fallimento. Questa vicenda dimostra che la prevenzione non si fa e quando c'è quella mezza giornata di prevenzione gratuita tutti corriamo perché vogliamo curarci. Serve assumere medici, perché non scappiamo solo come pazienti, io ho un mio zio che è stato costretto ad andare in Emilia Romagna per curarsi, perché qui le cure non erano garantite. Questo è il più grande disastro di De Luca e Fico non metterà assolutamente mano a tutto questo.
Secondo i rilevamenti europei, la Campania e la Calabria sono le regioni più povere dell'Unione, quali sono le vostre proposte per il lavoro in Campania?
Il problema in questa regione è trovarlo il lavoro, abbiamo uno dei tassi di disoccupazione più alto d'Europa. Pure quando sei riuscito a superare Scilla e Cariddi ed a trovare un lavoro, molto spesso è irregolare, perché da contratto dovresti lavorare 4 ore, invece ne fai 8, 9 o 10 di ore. Spesso è un lavoro in nero. Ed anche quando è un lavoro regolare, spesso i contratti prevedono paghe da 6 o 7 euro all'ora lordi. Nel nostro kit anti fuga, per non emigrare, la prima misura è un salario minimo di 10 euro all'ora per chi lavora in appalto con la Regione Campania. Perché non è possibile che se lavori in appalto con il pubblico guadagni 4,5 o 6 euro all'ora lordi. Poi le morti sul lavoro, Napoli è la maglia nera per le morti sul lavoro in Italia, e non venitemi a dire che in Veneto o in Lombardia si lavora di meno che a Napoli. Da noi si muore di più, come è successo a Patrizio Spasiano, il primo morto sul lavoro del 2025, il 10 gennaio del 2025, aveva 19 anni, era un tirocinante, un finto tirocinante perché aveva un vero e proprio rapporto di lavoro, e prendeva 500 euro al mese. Mandato a morire per 500 euro al mese. Servono più controlli, la Regione su questo non ha fatto nulla, e nemmeno sui tirocini. Poi, se un blocco di potere si definisce sulla base degli interessi alle spalle di quei faccioni che vediamo in consiglio, ci sono i centri privati di formazione professionale, che prendono decine di euro per ogni ora di formazione erogata, ma se parli con una persona che ha fatto anche solo un corso di formazione di quel tipo, ti spiega che non gli è servito assolutamente a nulla. Allora bisogna ripubblicizzare la formazione professionale e fare in modo che ci sia un futuro.
Voi arrivate alle regionali in Campania dopo quelle in Toscana dove Antonella Bundu ha raccolto il 5,2% e per un soffio non è entrata in consiglio regionale, che valore nazionale hanno le regionali in Campania per Potere al Popolo?
Le elezioni regionali in Campania hanno una valenza nazionale. Dopo il 5,2% in Toscana se anche qui a casa nostra, Campania Popolare riesce ad ottenere un buon risultato vuol dire che c'è la possibilità di costruzione di uno spazio, politico ed elettorale, fuori dal blocco di potere delle destre e del centro sinistra. Per anni ci hanno raccontato che non si poteva fare, anche l'anomalia 5 Stelle che era nata per scardinare il bipolarismo tra destre e centro sinistra, ora è stata cooptata, è pienamente nel centro sinistra. Un buon risultato in Campania per Campania Popolare, significa andare a scardinare questo sistema e questo può aprire degli scenari nazionali anche in vista delle elezioni politiche del 2027 molto interessanti, perché da una parte abbiamo gli interessi della nostra gente, e dall'altra abbiamo un blocco di potere che si limita non all'alternativa, ma all'alternanza di potere.