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Rapporti con i Casalesi, sequestro di beni a Nicola Ferraro, ex consigliere regionale

Polizia di Stato e Guardia di Finanza, su richiesta del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, hanno eseguito un sequestro preventivo di beni, per un totale di 4 milioni di euro, nei confronti di Nicola Ferraro, ex consigliere regionale in Campania, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa per il suo rapporto con il clan dei Casalesi.
A cura di Valerio Papadia
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Confisca di beni per un totale di 4 milioni di euro nei confronti di Nicola Ferraro, ex consigliere regionale in Campania e imprenditore nel settore del trattamento di rifiuti, condannato dalla Corte di Appello di Napoli per concorso esterno in associazione mafiosa per i suoi rapporti con il clan dei Casalesi. Gli agenti della Polizia di Stato e gli uomini della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Caserta hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo di beni, disseminati tra Campania e Lazio, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Questura di Caserta: sotto sequestro sono finiti anche le indennità e il vitalizio percepito in quanto ex consigliere della Regione Campania.

Secondo quanto hanno appurato le indagini che, nel 2015, hanno portato la Corte d'Appello di Napoli alla condanna, Nicola Ferraro, almeno dal 2000 in poi, ha asservito la propria attività imprenditoriale e politica al clan dei Casalesi – fazioni Schiavone e Bidognetti – ricavandone in cambio sostegno elettorale, nonché tornaconto per la propria affermazione come imprenditore nel settore dei rifiuti. Gli inquirenti hanno appurato come Ferraro abbia svolto, negli ultimi 20 anni, fungesse da tramite tra gli enti locali e la criminalità organizzata, affinché quest'ultima potesse beneficiare di appalti e contributi pubblici.

In esecuzione del decreto di sequestro preventivo di beni ai danni di Ferraro, poliziotti e finanzieri hanno sequestrato 9 fabbricati, 1 terreno , le quote di 2 società, 1 autovettura, 1 motoveicoli e le disponibilità finanziarie presenti in numerosi conti correnti, conti di deposito ed altri investimenti finanziari, per un valore di oltre 4 milioni di euro; sequestrati anche, come detto, i vitalizi percepiti, a compimento del 60esimo anno di età, in quanto ex consigliere regionale, nonché le indennità percepite mentre ricopriva la sua carica istituzionale.

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