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Rapinatori uccisi, la vittima alla fidanzata: “Si sono schiattati”. Ma le telecamere lo incastrano

Gli inquirenti hanno ricostruito l’incidente che ha portato alla morte di Chirollo e Romano: i due sono stati inseguiti e uccisi dalla loro vittima, il 26enne Giuseppe Greco. Il ragazzo, sottoposto oggi a fermo, aveva raccontato di essere stato rapinato anche dell’automobile, ma le telecamere lo collocano alla guida al momento dell’incidente.
A cura di Nico Falco
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Ciro Chirollo e Domenico Romano
Ciro Chirollo e Domenico Romano

"Si sono rubati la macchina, sono andato a vedere… per vedere se li acchiappavo, si sono schiattati nella via del Padreterno, si sono uccisi questi figli di… con il mezzo, lo sanno loro che hanno combinato". Un messaggio confuso, che Giuseppe Greco aveva inviato alla fidanzata poco dopo lo schianto. Nel vocale, il ragazzo spiegava di essere stato rapinato e di avere trovato i due rapinatori già morti in via del Padreterno, a Marano, e di non sapere cosa fosse successo. Per gli inquirenti, però, si è trattata di una messinscena per avvalorare la versione che di lì a poco sarebbe andato a raccontare ai carabinieri: secondo le indagini Greco era alla guida dell'automobile e ha provocato lui l'incidente, in una "reazione d'impeto vendicativo per la rapina appena subita".

I particolari emergono dal decreto di fermo eseguito oggi dai carabinieri di Marano nei confronti del 26enne, già indagato per duplice omicidio volontario di Ciro Chirollo e Domenico Romano, pregiudicati di Sant'Antimo (Napoli). Il provvedimento è scattato per il pericolo di fuga e per le diverse discrepanze tra quanto raccontato dal ragazzo e quanto invece risultato dall'analisi delle telecamere di videosorveglianza. Perché, circostanza non filtrata (e anzi smentita) nei giorni scorsi, oltre al video in cui si vede Grieco allontanarsi, ce n'è uno che riprende proprio il momento dell'impatto. E che colloca il 26enne non solo sul luogo dell'impatto, ma proprio alla guida della Smart.

L'incidente a Marano in cui sono morti due rapinatori

Ma andiamo per gradi, partendo proprio da quell'incidente. La prima segnalazione arriva da un automobilista che, alle 19:37 del 26 marzo, chiama i soccorsi: in via Consolare Campana, a Marano, spiega, c'è stato un incidente stradale con due persone a terra. Pochi minuti dopo, alle 19:41, analoga segnalazione arriva da una guardia giurata. La Polizia Municipale arriva alle 19:45. La strada è già bloccata, si è creato un ingorgo. Sul posto ci sono già i sanitari del 118, che accertano il decesso dei due. Chirollo è accanto al T-Max, mentre Romano è stato sbalzato più avanti, al margine della strada. Entrambi presentano ferite riconducibili a un incidente stradale, dal primo esame la dinamica appare evidente: i due sono stati investiti dalla Smart, che è rimasta conficcata in un muretto, e sono morti sul colpo.

Ulteriori particolari arrivano dal racconto delle guardie giurate: spiegano di aver visto un T-Max arrivare ad alta velocità e subito dopo di essere state sorpassate da una Smart bianca che, dopo aver tamponato una Fiat Cinquecento, ha proseguito la corsa verso via Antica Consolare Campana. La stessa automobile, aggiungono, l'hanno rivista poco dopo, schiantata. E hanno visto i due corpi e, a terra, una pistola.

Alle 19:56 Greco si presenta nella stazione dei carabinieri di Marano e dice di essere stato rapinato del Rolex, di 200 euro e dell'automobile circa un'ora e mezza prima, alle 18:30. Due individui, racconta, lo hanno inseguito in scooter, uno ha infilato la mano nell'abitacolo dal lato passeggero, lo ha colpito alla mano col calcio della pistola e, minacciandolo, lo ha costretto a fermarsi e a scendere.

Dopo, dice, ha chiamato il fratello per farsi venire a prendere ed è andato in caserma per sporgere denuncia. In seguito, incalzato dagli inquirenti, spiegherà di essersi confuso sull'orario e anche sul posto preciso, dicendo di non conoscere i nomi delle strade. La versione del ragazzo è confermata dal fratello, che dice di essere stato chiamato e di averlo raggiunto sul luogo della rapina.

Le contraddizioni del 26enne durante l'interrogatorio

La prima discrasia arriva controllando i telefoni: alle 19:41, infatti, Greco invia dei messaggi alla fidanzata e le dice di essere stato rapinato, di essere andato a cercarli e di averli visti schiantati con la sua automobile, aggiungendo di non sapere cosa fosse successo. Particolari molto preziosi sono emersi dall'analisi della videosorveglianza. In particolare, rilevano gli inquirenti, da quelle di via Consolare.

Alle 19:31:36 si vede il T-Max che imbocca via Consolare Campana inseguito a tutta velocità dalla Smart che, per scansare un veicolo, colpisce il muro e prosegue. Alle 19:31:50 passa l'automobile delle guardie giurate. Alle 19:34:35, viene ripreso uno scooter Liberty che procede in senso opposto con due persone a bordo, il passeggero verrà identificato in Greco.

Il ragazzo viene ascoltato di nuovo e conferma la sua versione ma poi, messo alle strette, la modifica. Sostiene non più di essere andato direttamente dai carabinieri, ma ammette di essersi fatto accompagnare da un ragazzo che conosce di vista, di essere arrivato ad incidente già avvenuto e di essersi allontanato dopo pochi secondi per farsi riportare sul punto della rapina, dove era stato quindi raggiunto dal fratello. Non aveva parlato di quel "sopralluogo", aggiunge, perché convinto che, se avesse detto di essere estraneo all'incidente, nessuno gli avrebbe creduto.

Nemmeno la nuova versione, però, non convince gli inquirenti. Le telecamere raccontano una storia diversa, le strade percorse e gli orari non collimano. Gli viene mostrato il frame in cui è sul Liberty e aggiunge: ha fatto un paio di giri sul posto perché cercava l'orologio. Inoltre, non appare credibile che non avesse capito se i due fossero vivi o morti, viste le loro condizioni dopo lo schianto.

La ricostruzione dell'incidente dalle telecamere

Una delle telecamere posizionate in via Antica Consolare Campana ha ripreso il momento dell'impatto. Nei video, registrati tra le 19:31:51 e le 19:32:56 del 26 marzo, si vede il T-Max inseguito che procede verso Villaricca; l'automobile che raggiunge lo scooter e lo travolge completamente; i due veicoli che finiscono contro il muro di cinta all'altezza del civico 56; il conducente dell'automobile che scende, si avvicina ai cadaveri, torna nell'auto, scende di nuovo a guardare Romano.

Il Liberty viene ripreso alle 19:31:59, tre secondi dopo l'impatto, mentre procede verso la rotonda di via Castel Belvedere con una sola persona a bordo e poco dopo, dalle 19:32:56 alle 19:33:41, mentre prosegue verso via Castel Belvedere con due persone, una delle quali successivamente identificata in Greco.

Da questi dati, la ricostruzione che ha portato al provvedimento di fermo. Secondo gli inquirenti c'è stato un inseguimento ad alta velocità tra la Smart e il T-Max a partire dalla rotonda che da via Castel Belvedere porta in via Antica Consolare Campana. L'inseguitore ha raggiunto lo scooter e lo ha travolto, senza rallentare.

Subito dopo, nell'ordine di pochi secondi, è arrivato il Liberty. Il conducente dell'automobile è salito sullo scooter come passeggero e si è allontanato; dalle immagini delle altre telecamere è stato identificato in Giuseppe Greco. "Appare dunque certo – si legge nel provvedimento di fermo – che il Greco sia giunto sul luogo dei fatti a bordo dell’autovettura investitrice e sia andato via prima dell'arrivo delle forze dell’ordine, sul ciclomotore che si è fermato sul luogo dell’incidente provenendo dalla direzione opposta, risalendo la via Antica Consolare Campana in direzione via Castel Belvedere".

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