Rapina nell’Excelsior, ancora in fuga il criminale che ha sparato. Le indagini sui ricettatori

Uno dei rapinatori individuato, l'altro ancora in fuga. E sarebbe quello che ha esploso il colpo di pistola. E, soprattutto, avrebbe con sé l'Audemars Piguet da 80mila euro (per ora) scomparso. Proseguono le indagini sulla rapina andata in scena ieri mattina nell'hotel Excelsior di Napoli, dove un turista marocchino è stato aggredito da una coppia di criminali; gli investigatori ora si concentrano sulle piste della ricettazione, lungo le quali quell'orologio di lusso dovrà per forza di cose ricomparire.
Rapina nell'Excelsior, individuato uno dei criminali
Il turista, secondo le ricostruzioni, sarebbe stato notato mentre portava le valigie all'interno dell'hotel di via Partenope. I due lo hanno seguito fin dentro la hall e lo hanno aggredito alle spalle; lui ha reagito, ha tentato di difendere l'orologio, nella colluttazione è stato anche esploso un colpo di pistola; l'uomo è rimasto ferito in modo non grave, colpito con il calcio dell'arma.
Uno dei criminali era stato rintracciato nel tardo pomeriggio di ieri. La Squadra Mobile della Questura di Napoli, che dai primi momenti ha avviato gli accertamenti per risalire all'identità della coppia, aveva stretto la cerchia dei sospetti fino ad arrivare a una manciata di nomi, volti noti alle forze dell'ordine tra cui anche "specialisti" del settore.
Le indagini sui canali della ricettazione
L'altro criminale, e anche lui sarebbe stato individuato, è ancora in fuga, e si tratta di quello armato. Quello che ha sparato il proiettile che, fortunatamente, si è conficcato nel soffitto dell'hotel senza colpire nessuno. Molto probabilmente sa di essere braccato ed è possibile che stia cercando di liberarsi di tutto quello che lo collega la rapina. Tra cui, ovviamente, c'è l'orologio.
I canali potrebbero essere quelli che gli investigatori hanno imparato a conoscere negli anni, e che collegano i ricettatori del centro di Napoli e della periferia Ovest alle fiere del Nord Europa, soprattutto in Germania. Ma c'è anche l'ipotesi della vendita a qualche "collezionista" locale, ovvero a qualcuno con più precedenti penali che scrupoli con la continua necessità di investire i soldi illeciti in beni rifugio.