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Rapina a Casavatore, fucile e kalashnikov puntati sui bambini. Si indaga su raid analoghi

Nell’area nord di Napoli potrebbe esserci una “batteria” di rapinatori caratterizzata dallo stesso modus operandi: raid veloci e armi lunghe puntate su dipendenti e clienti. Gli inquirenti stanno analizzando le registrazioni della rapina avvenuta a Casavatore per confrontare i frame con quelli di altri episodi analoghi avvenuti in passato nella zona.
A cura di Nico Falco
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Nell'area nord di Napoli, nell'immediata provincia a ridosso di Secondigliano, potrebbe esserci una banda di rapinatori specializzata in colpi nelle attività di ristorazione, che agirebbe secondo lo stesso copione: irruzioni rapide, armi lunghe puntate in faccia anche ai clienti, guanti per non lasciare impronte e per evitare tracce di polvere da sparo sulle mani. A questa "batteria" potrebbe essere riconducibile non solo il raid di sabato sera nella pizzeria "Un posto al sole" di Casavatore, ma anche di altri episodi.

Si tratta al momento solo di una ipotesi investigativa, ma le forze dell'ordine stanno analizzando i filmati di varie rapine e confrontando il modo di muoversi dei rapinatori, la tipologia delle armi usate, la tecnica che hanno usato per l'irruzione e i vestiti indossati. In particolare, delle analogie compaiono confrontando il video della rapina di Casavatore con quello del raid messo a segno a luglio scorso in un pub di Cardito, che dista una decina di chilometri di strada e poco più di 5 in linea d'aria.

Territori diversi, ma entrambi sotto stretto controllo della malavita organizzata: gran parte della periferia nord di Napoli resta infatti sotto l'influenza degli Amato-Pagano, i cosiddetti Scissionisti di Secondigliano, e proprio Casavatore risulta essere uno dei fortini del clan. Dai video registrati durante le due rapine vengono fuori diversi particolari che, almeno ad un primo esame, rappresentano forti analogie.

Rapina in pizzeria col fucile, le analogie con altri raid

Innanzitutto, il tipo di armi. Se solitamente per le rapine in attività commerciali vengono usate delle pistole, più facili da nascondere, in entrambi i casi sono state utilizzate delle armi lunghe: a Casavatore un fucile a pompa e un kalashnikov, e a Cardito per una frazione di secondo tra le mani di uno dei rapinatori si riconosce quello che sembra essere un fucile dello stesso tipo. Entrambi i criminali registrati nei due video indossano poi dei guanti, bianchi nel primo caso e azzurri nel secondo: un modo sia per non lasciare le impronte sulle armi nel caso se ne dovessero disfare nella fuga, sia per non avere tracce di polvere da sparo sulle mani se, come avvenuto a Cardito, venisse esploso un colpo.

Identica anche la tecnica dei rapinatori durante i colpi: vanno direttamente verso la cassa, mostrando chiaramente le armi e tenendole puntate ad altezza uomo per terrorizzare i presenti. A Cardito si sono fatti consegnare l'incasso, mentre a Casavatore hanno rapinato anche alcuni clienti, tenendo il fucile puntato anche contro un bambino, e portato via complessivamente due orologi e una collana d'oro.

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