279 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Randy, scappato dal Camerun per diventare avvocato a Napoli: “Un viaggio lungo e doloroso”

Randy Ashu, giovane migrante del Camerun, racconta a Fanpage.it la sua storia, dalla fuga nel deserto ai tentativi di attraversare il Mediterraneo. “Esperienza tremenda che non augurerei neanche al mio peggior nemico”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
279 CONDIVISIONI
Randy Ashu, con la compagna Filomena e la loro figlia
Randy Ashu, con la compagna Filomena e la loro figlia

Era scappato a 17 anni dal Camerun, ha attraversato il deserto e tentato tre volte la traversata del Mediterraneo. Alla fine, i suoi sforzi sono stati premiati: Randy Ashu si è laureato in Giurisprudenza con 110 alla Federico II di Napoli, per la gioia della sua famiglia, della sua compagna Filomena e della sua figlia di tre anni, nata proprio in Italia. Fanpage.it lo ha contattato per farsi raccontare la sua storia, iniziata nel 2016 in Camerun, alle porte della capitale Yaoundé.

Ci vuoi parlare un po' della tua storia?

Avevo 17 anni quando lasciai il Camerun per venire in Europa. Non è stato facile, anzi spesso me ne sono pentito. Ero scappato senza dir niente a nessuno, assieme ad alcuni amici. Alcuni di loro non ce l'hanno fatta, e questa cosa mi ha segnato molto. In Camerun avevo ottenuto la nostra maturità a 16 anni, mi ero anche iscritto a Giurisprudenza, ma non è durata molto, perché poi ho preso la decisione di venire in Europa.

Cosa ci racconti del tuo viaggio tra deserto e mare?

Si tratta di qualcosa che non auguro a nessuno, neanche al mio peggior nemico. Noi africani non abbiamo idea di cosa accada durante il viaggio, ci fanno credere che ci aiuteranno a raggiungere il "sogno occidentale", ma in realtà non è così, non ci aiutano per nulla. Nel viaggio ho perso un mio caro amico, e per due volte dalla Libia siamo naufragati nel Mediterraneo finendo per ritrovarci nelle carceri libiche. La terza volta non volevo quasi più partire, ma non ci hanno lasciato alternative: o il mare, o niente.

E così alla fine sei partito per la terza volta..

Sì, ed è stata quella buona: eravamo in 140 sul gommone, che è arrivato in acque internazionali prima di ribaltarsi, e lì siamo stati salvati. Ricordo bene quel giorno, anzi, anche per onorare quelli che di noi non ce l'hanno fatta, ti chiedo anche di scrivere la data esatta: era il 24 maggio del 2016. Fummo portati prima a Lampedusa, poi sul continente. Io ero un minore non accompagnato, e così mi hanno portato a Polla (in provincia di Salerno, ndr). E da lì è iniziata la mia storia in Italia.

Come ti sei integrato qui?

Ho iniziato a studiare, tanto, perché ovviamente non conoscevo l'italiano e quindi era tutto più difficile. Il primo passo è stato quello. Poi per fortuna ho incontrato tante persone che mi hanno aiutato ad integrarmi. Nel frattempo, vedevo i miei amici in Camerun e mi chiedevo quasi chi me l'avesse fatto fare..

Poi, finalmente, hai iniziato anche a lavorare..

Sì, a febbraio 2018 ho iniziato a lavorare come mediatore culturale nella Cooperativa Marinella, ad Avellino, dove sono rimasto fino allo scorso anno. Nel frattempo continuavo a studiare, notte e giorno. Vivevo a Vico Equense, e ogni giorno facevo il pendolare ad Avellino, il tempo era poco ma lo passavo tutto sui libri. Nel frattempo avevo conosciuto Filomena, anche lei fondamentale per il mio percorso di crescita. Abbiamo avuto assieme una bellissima bambina, nostra figlia, che oggi ha 3 anni. Intanto avevo trovato lavoro come portiere in un hotel di Positano, dove ho lavorato sei mesi: di giorno studiavo, la notte lavoravo. Ma finalmente, il 20 febbraio di quest'anno, ho discusso la tesi e mi sono laureato in giurisprudenza.

E ora per te una nuova vita qui in Italia

Ora farò quello che volevo, l'avvocato. Vorrei anche fare qualcosa per l'Africa, magari proprio in questo ambito. Mi hanno contattato diversi studi legali, settimana prossima inizierò già a lavorare. Il mio viaggio non lo augurerei neanche al mio peggior nemico, senza contare che l'immigrazione clandestina è sbagliata, io stesso sono contrario. Ma credetemi se dico che in Africa sappiamo poco o nulla di quello che ci aspetta quando ci offrono il "sogno occidentale" in Europa. Io stesso l'ho capito dopo.

279 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views