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Raffaella Maietta travolta dal treno a Marcianise, indagato il marito per maltrattamenti

Svolta nelle indagini sulla morte di Raffaella Maietta, la prof travolta dal treno a Marcianise (Caserta): il marito indagato per maltrattamenti in famiglia.
A cura di Nico Falco
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Svolta nelle indagini sulla morte di Raffaella Maietta, l'insegnante di 55 anni travolta dal treno nella stazione di Marcianise (Caserta): il marito della donna, il 65enne Luigi Di Fuccia, è stato iscritto nel registro degli indagati per maltrattamenti in famiglia, secondo gli inquirenti avrebbe più volte aggredito la moglie fisicamente e l'avrebbe vessata psicologicamente, limitandone anche gli spostamenti.

La tragedia risale allo scorso 5 maggio, sulla vicenda era stato aperto un fascicolo della Procura di Santa Maria Capua Vetere, affidato al pubblico ministero Gerardina Cozzolino, con l'ipotesi di reato di istigazione al suicidio. La prof Maietta, come ogni mattina, era andata alla stazione per prendere il treno che l'avrebbe portata a Napoli, per raggiungere quindi la scuola del centro cittadino dove lavorava. Era stata travolta alle 8:40 circa. Già nelle prime ore gli investigatori avevano escluso ricostruzioni diverse da quella del suicidio: la 55enne avrebbe infatti attraversato i binari una prima volta, mentre era in arrivo un treno merci, ma il macchinista l'avrebbe vista in tempo e sarebbe riuscito a fermarsi; poco dopo la donna sarebbe scesa sui binari mentre era in transito il secondo treno, non sarebbe stata colpita dalla locomotiva ma "risucchiata" tra i vagoni.

Prof travolta dal treno, indagine per istigazione al suicidio

Nei giorni successivi erano stati ascoltati i familiari, marito compreso, e alcuni conoscenti, per cercare di risalire ai motivi del suicidio; secondo le loro testimonianze la donna non avrebbe cercato in precedenza di togliersi la vita e anche i figli si erano detti convinti che la madre non si fosse suicidata. La Polizia Ferroviaria aveva rintracciato anche una collega della Maietta, anche lei docente a Napoli (ma in una scuola diversa), che era spesso sua compagna di viaggio: la donna ha riferito che quella mattina non aveva incontrato la 56enne nel bar dove solitamente si incontravano e che poco dopo aveva saputo di una persona investita, apprendendo soltanto successivamente che si trattasse della collega.

Indagato per maltrattamenti il marito della prof suicida

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, basata su quanto emerso nel corso delle indagini avviate dopo il suicidio, la prof sarebbe stata vittima di maltrattamenti in casa da parte del marito. L'uomo l'avrebbe aggredita più volte, anche fisicamente e stringendole le mani al collo, l'avrebbe tenuta costantemente sotto controllo, al punto da limitarne le uscite e con pesanti ripercussioni sulla sua vita sociale, e l'avrebbe accusata di spendere troppo.

Nella notifica si legge che l'insegnante era stata vittima di "reiterate aggressioni fisiche e psichiche" e che questo aveva provocato nella donna "uno stato di soggezione e vessazione". Secondo quanto ricostruito, si legge ancora, l'uomo "la controllava costantemente limitandone la libertà di autodeterminazione (le impediva di iscriversi in palestra o a corsi di ballo) a causa della sua gelosia e possessività".

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