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“Questa è per il progetto”, l’indagine per gli appalti truccati a Benevento dopo una mazzetta di mille euro

L’inchiesta che ha portato ad 8 arresti nel Beneventano per appalti truccati nasce dalla denuncia di un’ingegnera, a cui era stata consegnata una mazzetta.
A cura di Nico Falco
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Uno dei frame agli atti dell'inchiesta
Uno dei frame agli atti dell'inchiesta

Tre banconote da cento euro, 15 da 50 euro. Mille euro in contanti, infilati in una cartellina, in una busta in mezzo a materiale pubblicitario, che due anni fa era stata consegnata a un'ingegnera per truccare un appalto. Ma la donna, quando si è accorta che tra quei fogli non c'era documentazione tecnica ma denaro, e capendo che si trattava di una mazzetta, si è rivolta subito alla Guardia di Finanza e ai carabinieri: è nata così, da questo presunto tentativo di corruzione, l'inchiesta che ha portato, oggi, all'arresto di 8 persone in relazione a 11 procedure pubbliche di appalto indette e/o gestite dalla Provincia di Benevento, dalla Provincia di Caserta e dal Comune di Buonalbergo.

Appalti truccati nel Beneventano, 8 arresti

Destinatari delle misure, tutte agli arresti domiciliari, sono Antonio Di Maria, 50 anni, Presidente della Provincia di Benevento, Michelantonio Panarese, 53 anni, sindaco di Buonalbergo, Angelo Carmine Giordano, 61enne di Solopaca, Mario Del Mese, 43enne di Salerno, Giuseppe Della Pietra, 62enne di Nola, Raffaele Pezzella, 65enne di Casal di Principe, Nicola Laudato, 51enne di Campolattaro, e Antonello Scocca, 57enne di Benevento. Per dieci professionisti, tutti della provincia di Benevento, è scattato il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione. Gli indagati sono accusi, a vario titolo e in concorso tra loro, di corruzione aggravata, turbata libertà degli incanti, rivelazione di segreti d'ufficio ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

Tra gli episodi corruttivi rientrano l'affidamento dei lavori di miglioramento, adeguamento, messa in sicurezza e riammagliamento tra le strade provinciali SP. nn. 30, 32, 33, 34 e 45 I lotto, procedura pubblica indetta dal Comune di Buonalbergo (Bn); l’affidamento di lavori di riammagliamento, miglioramento, riqualificazione e messa in sicurezza della s.p. 45 Montefalcone di Val Fortore – s.s. 90 bis, procedura pubblica indetta dalla Provincia di Benevento per un importo a base d’asta di complessivi 4.605.325,61 di euro; l’affidamento dei lavori di bonifica e messa in sicurezza permanente dell’ex discarica comunale di Buonalbergo – località Cerreto di 1.591.827,75 euro, gestita dal comune di Buonalbergo; l’affidamento di lavori di ripristino della funzionalità e messa in sicurezza di tratti delle SP. 45-48-49-50 per un importo di complessivi 535.363,86 euro, gestita dalla Provincia di Benevento.

Inchiesta sugli appalti a Benevento, l'indagine dopo una mazzetta da mille euro

L'episodio che ha portato all'apertura dell'indagine, condotta dai carabinieri di Benevento e coordinata dal procuratore Aldo Policastro, risale al 2019. Il 25 febbraio una ingegnera della Provincia di Benevento si era presentata negli uffici del Comando Provinciale dei carabinieri di Benevento e aveva denunciato di avere ricevuto, tre giorni prima, una mazzetta da un collega, Michelantonio Panarese, funzionario dello stesso ente, responsabile del Settore Edilizia Pubblica della Provincia di Benevento e Sindaco del Comune di Buonalbergo. I due, in quel momento, erano rispettivamente membro della commissione giudicatrice e presidente di una procedura pubblica di appalto, gestita dalla Provincia di Benevento, per la progettazione esecutiva e la direzione lavori per la costruzione di un istituto scolastico all’interno e confinante con l’area scolastica dell’esistente Iis Agostino Maria De Liguori, di Sant’Agata de’ Goti (Bn), dall’ importo complessivo di 204.536,08 euro.

La donna ha raccontato di essere stata convocata nell'ufficio di Panarese per "vedere un'offerta di gara"; ha detto che l'uomo le aveva passato una cartellina, dicendo che riguardava "il progetto di Sant'Agata" e che se ne era occupato lui, aggiungendo "questa te la devi portare". La funzionaria aveva creduto a un lapsus (quel progetto, relativo ai lavori a una scuola, era stato già affidato mentre era in corso quello per un intervento a una caserma dei carabinieri) e, ritenendo che si trattasse di materiale tecnico, aveva preso la cartellina e l'aveva lasciata sulla propria scrivania. Il lunedì successivo, quando l'aveva aperta, si era però resa conto che non conteneva documenti ma soltanto materiale pubblicitario e i mille euro.

Nonostante l'intenzione di tornare da Panarese e di "sbattergli in faccia la cartellina", si era rivolta al segretario generale, che era anche responsabile della Trasparenza e dell'Anticorruzione della Provincia, e insieme avevano contattato le forze dell'ordine, per poi andare a sporgere denuncia presso i carabinieri. L'ingegnera aveva aggiunto di non avere ricevuto pressioni durante l'aggiudicazione di quella gara, che riteneva già conclusa, di non sapere per quale motivo le fosse stato consegnato quel denaro e di ricordare che, durante le procedure, Panarese aveva più volte cercato di indurre gli altri componenti della commissione a scegliere l'ati che poi si sarebbe aggiudicata l'appalto.

Arrestato Antonio Di Maria, pressioni su un dirigente per un incarico

Il presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, secondo gli inquirenti avrebbe fatto pressioni su un ex dirigente, in un momento in cui aspirava ad una riconferma, per ottenere la pubblicazione, nel minor tempo possibile e senza pubblicazione di Gazzzetta ufficiale, di una procedura para comparativa per l'incarico temporaneo di dirigente dell'Area tecnica, per selezionare un nominativo già scelto. La vicenda è stata raccontata dallo stesso ex dirigente e dall'ingegnera che ha per prima denunciata i presunti tentativi di corruzione. L'ex dirigente si sarebbe rifiutato di esaudire la richiesta di Di Maria. Il presidente della Provincia è accusato del tentativo di induzione a dare o promettere utilità e turbata libertà degli incanti.

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