“Quattro falsi preti cattolici celebrano battesimi e matrimoni” l’avviso del Vescovo di Nola ai fedeli

"Quattro falsi sacerdoti cattolici celebrano matrimoni, battesimi, funerali e benedizioni. Ma il loro esercizio del ministero sacro è illegittimo". A lanciare l'allarme è il Vescovo di Nola, Francesco Marino, che il 28 luglio scorso ha diramato una nota ufficiale indirizzata ai parroci, cappellani e ai Rettori di Chiese della Diocesi. Il caso era emerso già lo scorso anno nell'Arcidiocesi di Napoli, dove la Curia aveva emanato un analogo provvedimento. Adesso si ripete nel territorio del nolano.
L'avviso del Vescovo di Nola ai fedeli
"Facendo seguito ai comunicati ufficiali della Curia Arcivescovile di Napoli ", si legge nella nota della Curia, il vescovo di Nola ha reso noto che le quattro persone presenti e attive in vario modo anche sul territorio diocesano "non sono sacerdoti della Chiesa cattolica legittimamente ordinati" e ha disposto che "essendo illegittimo il loro esercizio del ministero sacro, non sia dato ad essi alcun riconoscimento diretto o indiretto di carattere ecclesiastico nell’ambito delle nostre comunità".
Monsignor Marino ha raccomandato ai fedeli di "non partecipare ad alcuna millantata celebrazione sia di sacramenti che sacramentali (battesimi, celebrazioni eucaristiche, riti esequiali, matrimoni, unzione degli infermi e benedizioni) da essi presieduta, partecipata od organizzata. Si rammenti anche ai fedeli che la loro partecipazione consapevole alle suddette celebrazioni costituirà una grave mancanza per la loro vita di fede e per la comunione con la Chiesa cattolica".
La replica: "Siamo Chiesa autonoma"
Non è chiaro se i "sedicenti sacerdoti" siano aderenti ad un'altra Chiesa. Alcuni dei "sedicenti sacerdoti" si sarebbero dichiarati fedeli della "Prelatura Santissimi Pietro e Paolo" "Married Priest Now", si tratterebbe di una associazione vicina all'arcivescovo zambiano Emmanuel Milingo, dimesso dallo stato clericale nel 2009. Rivendicando l'appartenenza ad "una Chiesa Autonoma e indipendente". Lo scorso anno uno dei presunti sacerdoti contestati ha minacciato querela per diffamazione nei confronti della Curia di Napoli.
