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Quante volte Vincenzo De Luca ha accusato di sciacallaggio media e avversari politici

Il modo più frequente di bollare le critiche per Vincenzo De Luca? Accusare chi le fa di essere uno sciacallo.
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Dice di essere «come i mastini napoletani che non mollano», Vincenzo De Luca. Ma il carattere placido e sostanzialmente taciturno del grosso e temibile molosso mal gli si addice: il presidente della Regione Campania invece parla e si agita molto di questi tempi. Sembra più "Carluccio l'uomo di ferro", straordinario personaggio partorito dalla mente geniale di Eduardo Scarpetta in "Un turco napoletano", che parla e minaccia fuoco e fiamme ogni giorno.

Durante l'appuntamento social di questo venerdì 15 marzo pure gli è uscito di tutto: «Quando vedo una certa campagna di aggressione mediatica sono cose costruite a tavolino in vista delle prossime campagne elettorali. Si sta alimentando una campagna mediatica per screditare i risultati ottenuti dalla Campania, ma perdono tempo perché la verità è più forte di quello che dice qualcuno che fa sciacallaggio».

Aggressione e sciacallaggio mediatico e/o politico sono argomenti che di frequente fanno parte del lessico deluchiano. Fosse vero solo il dieci percento delle sue pubbliche denunce davvero dovremmo pensare ad un odio dell'Italia (forse dell'Europa intera) contro la Campania.

Sono tante le occasioni nelle quali De Luca ha accusato l'ecosistema mediatico o gli oppositori politici di sciacallare, ovvero di approfittare di talune difficoltà o contingenze per dipingere la regione che egli amministra da un decennio peggio di come sta. Esempio? Correva l'anno 2017. Tanti incendi in Campania, soprattutto sul Vesuvio. Ovviamente il presidente dell'Ente regionale viene tirato in ballo per le sue competenze. E lui? «C'è qualcuno che deve chiedere scusa ed è chi fa sciacallaggio e demagogia di fronte alla tragedia». Il riferimento in quella occasione è al Movimento Cinque stelle. Che oggi però ha diluito la sua opposizione a don Vincenzo.

L'anno successivo è sempre col M5s che ce l'ha: «Ho parlato col Presidente del Consiglio – attacca perché un suo ministro, aveva fatto un atto di sciacallaggio. Gli ho chiesto di intervenire perché i suoi ministri non facessero sciacallaggio politico». Ce l'ha con Vincenzo Spadafora, all'epoca ministro per le politiche giovanili e lo sport nel governo Conte II.  Una volta, invece, ha avuto ragione: quando esplode il caso delle formiche all'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Le formiche – fu poi accertato – furono collocate ad arte e dolosamente.

Poi arriva il ciclone Covid. E lì De Luca, galvanizzato dal suo ruolo di governatore-imperatore nel vuoto assoluto bolla come sciacallo chiunque spezzi la narrazione della «Campania miracolosa». Si fa vaccinare prima di tutti saltando la fila? «Sciacallaggio mediatico anche se ho dato l'esempio» (2019). Ambulanze in fila davanti agli ospedali, personale sanitario che arranca, disagi d'ogni tipo? «Lo sciacallaggio mediatico oscura la realtà» (2020). Sulla sanità campana l'avrà ripetuto cento volte, tra dirette video social, comizi, interventi pubblici: «Sciacallaggio sulla sanità campana». Infine, le proteste per il Pronto Soccorso rimosso a Boscotrecase, nel Vesuviano. La gente scende in piazza ma che fa: «C'è a Castellammare a 5 minuti, è un episodio pompato da chi è abituato a fare sciacallaggio».

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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