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Whirlpool chiude a Napoli, la rabbia degli operai

Protesta degli operai Whirlpool al Consolato Usa, consegnata una maglietta per Biden

Protesta degli operai della Whirlpool di via Argine davanti al Consolato Usa in piazza della Repubblica. I lavoratori che hanno perso il posto di lavoro dopo la chiusura dello stabilimento da parte della multinazionale americana indossano magliette bianche e portano un grande striscione con la scritta “Napoli non molla”. Una delegazione ha consegnato una maglietta al Console Mary Avery per il presidente Usa Joe Biden e sperano in un cambio di rotta della nuova amministrazione statunitense che possa riaprire la fabbrica. Il corteo pacifico si è poi spostato sul lungomare di via Caracciolo proseguendo la protesta. La Fiom Cgil: “Ci sono le condizioni per riaprire”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Protesta degli operai della Whirlpool di via Argine davanti al Consolato Usa in piazza della Repubblica. I lavoratori che hanno perso il posto di lavoro dopo la chiusura dello stabilimento da parte della multinazionale americana indossano magliette bianche e portano un grande striscione con lo sfondo blu con il marchio della multinazionale e la scritta bianca a caratteri cubitali “Napoli non molla”. Il corteo pacifico si è poi spostato sul lungomare di via Caracciolo proseguendo la protesta. “Noi – spiega Rosario Rappa, segretario generale della Fiom di Napoli – siamo certi che alla fine riapriranno lo stabilimento di Napoli e faremo lavatrici. E questa convinzione nasce dalla situazione di mercato che si è determinata dopo la pandemia. Il settore degli elettrodomestici sta scoppiando di lavoro".

Consegnata al Console Usa maglietta per Biden

Lo stabilimento di via Argine è ormai chiuso dal primo novembre scorso, ma i 400 dipendenti non abbandonano la speranza di poter tornare a lavorare in fabbrica. Negli scorsi giorni si sono tenuti uno sciopero generale, manifestazioni, anche un blocco autostradale di fine ottobre scorso, Oggi una delegazione di un centinaio di lavoratori ha manifestato in forma del tutto pacifica davanti al consolato. Hanno chiesto un incontro al Console Usa Mary Avery, alla quale hanno consegnato la maglietta simbolo della lotta per Whirlpool, quella bianca con la scritta "Napoli non molla – Napoli wan't give up", da dare al presidente eletto Joe Biden, perché “tenga presente che i napoletani non dimenticano e non si arrenderanno facilmente”.

Lettera dei sindacati agli Usa: "Riaprite l'impianto di Napoli"

“La multinazionale statunitense – è scritto nella lettera – ha deciso di non rispettare gli accordi che prevedevano il rilancio dello stabilimento di Napoli, lo spostamento di volumi verso lo stabilimento di Napoli non è mai avvenuto e a noi giungono informazioni che questo sia avvenuto per due fattori concomitanti: le pressioni dell'amministrazione Trump per riportare negli Usa la gran parte delle produzioni e la contempo apertura di uno stabilimento in Cina che producesse lavatrici top di gamma punto”. Gli operai sperano in una svolta da parte dell'amministrazione Biden, affinché “possa favorire un'inversione di tendenza che riporti i rapporti con l'Europa e l'Italia a quelle prassi di alleanza sia strategica che commerciale”.

Whirlpool, la Fiom Cgil: "Ci sono le condizioni per riaprire"

Per Rosario Rappa (Fiom Cgil), “finanche nel Comitato Aziendale Europeo di Whirlpool hanno dovuto dichiarare che i volumi attesi non consentono all'azienda di stare dietro gli ordinativi, al punto di chiedere i sabati e le domeniche lavorativi. A Siena, di fronte a un volume crescente che ha portato quel sito ad essere completamente saturato, hanno assunto altri dieci interinali e per il 2021 prevedono ulteriori assunzioni. Lo stesso vale per tutte le altre multinazionali. Ad oggi non sono stati in grado di spiegarci perché chiude Napoli in una situazione di questo tipo”.

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