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Peste suina africana, “zona rossa” per 17 comuni del Salernitano: l’ordinanza di De Luca

Troppi casi di peste suina africana nel Salernitano, si cerca di arginare la diffusione del virus. Il Ministero della Salute: “Nessun rischio per l’uomo”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Ancora casi di peste suina africana nella provincia di Salerno: salgono a 13 le carcasse di cinghiali infetti trovate nei boschi del solo Vallo di Diano, ma il timore è che il virus possa essere particolarmente esteso e che possa raggiungere anche gli allevamenti di suini, causando strage di animali e al contempo un danno economico non da poco agli allevatori stessi. Se prima le aree più colpite sembravano essere al nord, i casi di animali infetti stanno crescendo anche al Sud. E così la Regione Campania ha varato una zona rossa per 17 comuni che si trovano nell'area dei ritrovamenti delle carcasse infette.

"Zona rossa" per 17 comuni del Salernitano

Nel dettaglio, l'ordinanza firmata da Vincenzo De Luca istituisce una sorta di "zona rossa" che comprende i 17 comuni salernitani di Buonabitacolo, Casalbuono, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Montesano sulla Marcellana, Monte San Giacomo, Morigerati, Padula, Piaggine, Rofrano, Sala Consilina, Sassano, Sanza, Teggiano, Torraca, Tortorella e Valle dell'Angelo. Non ci sono restrizioni per i residenti, ma una serie di limitazioni nell'ottica di un freno alla diffusione del virus. La situazione resta comunque sotto stretta vigilanza da parte della Regione Campania, che monitorerà lo sviluppo sanitario nella zona. Qui l'ordinanza completa.

Peste Suina Africana, nessun rischio per l'uomo

La peste suina africana non è trasmissibile all'uomo. Lo ha spiegato il Ministero della Salute, che sul proprio portale dedicato all'emergenza virale ha voluto subito sgombrare il campo da ogni dubbio.

La PSA è una malattia pericolosa per l’uomo?
No. Questa malattia non è trasmissibile all’uomo né attraverso il contatto diretto con animali malati, né tramite alimenti di origine suina. L’uomo può però essere veicolo di trasmissione del virus attraverso la contaminazione di veicoli, indumenti, attrezzature, cibo di origine o contenente carne suina, anche stagionata.

Tuttavia, il contenimento del virus è fondamentale. Spiega ancora il Ministero della Salute:

La malattia, pur non rappresentando un pericolo sanitario per l’uomo, è causa di un importante impatto socio-economico nei Paesi colpiti in quanto è causa di ingenti perdite a carico del settore zootecnico suinicolo.
Le norme europee, al fine di eradicare e controllare la diffusione della malattia, prevedono l’abbattimento dei suini domestici in cui è stato riscontrato il focolaio e il blocco delle movimentazioni e commercializzazione al di fuori dell’area infetta, compresa l’esportazione, dei prodotti a base di carne suina provenienti dalle aree focolaio.
Basti pensare al potenziale danno economico conseguente all’esportazione dei prosciutti e di altri salumi ed insaccati italiani riconosciuti ed apprezzati in tutto il mondo.

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