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Pescheria piena di ordini per le feste, ma è abusiva e senza norme igieniche: sequestrati 110 chili di anguille

La scoperta è stata effettuata dai carabinieri ad Acerra, nella provincia di Napoli: le anguille sequestrate, considerate in via di estinzione, sono state liberate, mentre il proprietario della pescheria abusiva è stato denunciato e multato.
A cura di Valerio Papadia
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Si intensificano i controlli delle forze dell'ordine sulla filiera ittica, a tutela della salute dei consumatori, in vista delle giornate clou delle festività natalizie, dal momento che a Napoli è tradizione consumare pesce durante le cene delle vigilie di Natale e Capodanno. Proprio nell'ambito dei controlli predisposti, ad Acerra, nella provincia partenopea, i carabinieri hanno scoperto una pescheria abusiva, sequestrando 110 chili di anguille, pronte per essere vendute in spregio alle normative sulla tracciabilità e provenienza degli alimenti. La specie sequestrata, denominata anguilla anguilla, è considerata a rischio estinzione.

La pescheria allestita in una casa privata

Ad entrare in azione sono stati i carabinieri del CITES di Napoli, quelli del Nucleo Forestale di Marigliano e della stazione di Acerra che, unitamente al personale dell'Asl, hanno ispezionato l'attività abusiva, allestita in un'abitazione privata: oltre alle anguille prive delle indicazioni di tracciabilità, gli operatori hanno sequestrato anche diverso materiale utilizzato per la pesca di frodo, in particolare una rete utilizzata per la pesca delle cieche, vale a dire gli esemplari giovani di anguille. All'interno della pescheria abusiva, inoltre, i militari dell'Arma hanno rinvenuto e sequestrato 2 bloc-notes sui quali erano state annotate le numerose ordinazioni di pesce per gli imminenti banchetti natalizi, a testimonianza dell'attività svolta.

Nel corso del controllo, il personale dell'Asl ha riscontrato anche numerose carenze igienico-sanitarie. Alla luce di tutte le irregolarità riscontare, pertanto, il titolare della pescheria abusiva, un uomo di 73 anni, è stato deferito alla competente Autorità Giudiziaria; nei suoi confronti è scattata anche una sanzione amministrativa di mille euro.

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