Sette giorni per il nuovo piano Salva Napoli, ma da Roma arriveranno solo 200 milioni

Napoli a rischio dissesto, ma della legge Salva-Comune ad oggi non c'è traccia, a parte pochi spiccioli previsti per tutti gli enti locali in difficoltà nella Finanziaria. Il sindaco Gaetano Manfredi non ci sta e minaccia di dimettersi se non arriveranno i soldi. A maggio decise di scendere in campo e candidarsi dietro la garanzia del Patto per Napoli, firmato da Giuseppe Conte (M5S), Enrico Letta (PD) e Roberto Speranza (Articolo Uno), un accordo che non si è tradotto ancora però in una norma. La città rischia di fallire, sommersa da un debito di quasi 5 miliardi di euro, e da un disavanzo di 2,6 miliardi e di perdere in più anche il treno dei fondi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, quasi un miliardo di euro. Senza personale e un contributo concreto per risanare il bilancio, non si potranno fare i progetti. Ma il Patto per Napoli potrebbe arrivare in un maxi-emendamento alla Finanziaria, per il quale occorre un accordo politico. Le diplomazie sono al lavoro. E la prossima settimana la manovra dovrebbe iniziare il suo percorso in commissione Bilancio in Parlamento.
Ipotesi maxi-emendamento alla Finanziaria
Manfredi oggi ha rilanciato di nuovo l'appello al premier, che ha incontrato negli scorsi giorni, a non lasciare soli i Comuni, facendosi portavoce di un sentimento diffuso nelle pubbliche amministrazioni locali, ed ha dichiarato in caso contrario a valutare anche l'ipotesi delle dimissioni. Napoli, con un disavanzo arretrato di 2,6 miliardi di euro del pre-dissesto e un debito di circa 5 miliardi, rischia il default se nella prossima manovra Finanziaria nazionale non arriveranno i fondi promessi. C'è tempo fino al 31 dicembre per trovarli. L'ipotesi è quella di inserirli nel maxi-emendamento che potrebbe accompagnare la Legge di Bilancio dello Stato, sotto forma di un emendamento governativo o di parlamentare. Le diplomazie politiche e istituzionali sono al lavoro.
Cosa ci sarà nel Salva-Napoli 2021
Due sono i punti principali su cui bisogna intervenire per evitare il dissesto. Primo, un contributo economico per ripianare il debito e garantire la sostenibilità al bilancio del Comune che è in squilibrio permanente. Nel Patto per Napoli di inizio anno l'ipotesi era di un contributo annuale fino a 400 milioni all'anno (quasi come quello di Roma, che ne prende 500, dei quali 200 a fondo perduto). Ma è più probabile che ne arriveranno la metà: circa 200 milioni all'anno. Il secondo punto è lo sblocco delle assunzioni per poter far funzionare il Comune. Manfredi chiede almeno mille assunzioni.
In cambio di questi aiuti, però, è possibile che il Governo chieda delle garanzie. Una serie di misure combinate che possano andare a rivedere la funzionalità della macchina amministrativa. Perché oggi il Comune lavora in perdita, se si considera che negli ultimi anni ha ricevuto da Cassa Depositi e Prestiti circa 1,6 miliardi di prestiti, ma che ciò nonostante ha ancora un debito di 5 miliardi, di cui 2 miliardi con le banche. Mentre ammontano a 2 miliardi circa anche i debiti con le sue società partecipate. Per rimettere i conti in ordine, quindi, potrebbero essere necessarie alcune leve, migliorando le riscossioni delle tasse, introducendone di nuove, e riorganizzando o dismettendo le società partecipate non indispensabili. Un'ipotesi, per esempio, è il passaggio dell'Anm, l'azienda dei trasporti, alla Regione Campania, tramite la fusione con Eav.
Le rassicurazioni dei ministri Provenzano e Giovannini
Dopo il suo appello, Manfredi, oggi, ha ricevuto nuove rassicurazioni da Giuseppe Provenzano, vicesegretario del Pd, per la battaglia a favore di tutti i sindaci. Ma anche dal ministro per le Infrastrutture Enrico Giovannini sul Porto. Anche il Governo Draghi non è insensibile. Dopo aver ricevuto Manfredi la scorsa settimana, infatti, a Roma nelle scorse ore sono stati ricevuti anche i sindaci siciliani. C'è un tema a livello nazionale che riguarda la finanza locale ed è molto probabile che l'intervento del Governo per l'aiuto ai Comuni alla fine arriverà.
Manfredi ha chiesto circa 200 milioni di euro all'anno per i prossimi 5 anni e un commissario per il debito pregresso, sul modello di Roma Capitale. Ma quest'ultima ipotesi è più difficile che possa essere replicata anche per Napoli, che si trova in un contesto diverso, anche se formalmente potrebbe trovare comunque posto nel maxi-emendamento alla finanziaria, che è una legge dello Stato a tutti gli effetti.
Per salvare Napoli serve un accordo politico
La condizione perché si arrivi al Patto per Napoli, però, è un accordo politico. Rispetto a maggio, quando è stato firmato il Patto per Napoli tra M5S, Pd e Leu, le condizioni oggi sono cambiate, perché sono cambiati i partiti di governo. D'altra parte, se l'aiuto per il capoluogo partenopeo non arriverà, la strada obbligata sarà quella del dissesto, che nei fatti c'è già, ma è stato solo rinviato. Il Comune, infatti, non ha rispettato il piano di rientro dal debito del 2013 per tre volte consecutive, non raggiungendo gli obiettivi previsti. A dichiararlo potrebbe essere la Corte dei Conti, e in questo caso le conseguenze ricadrebbero sulla precedente giunta De Magistris, che ha approvato l'ultimo bilancio.
Manfredi: “Valuto di lasciare, se non arrivano aiuti”
Il dissesto per Napoli in questo momento sarebbe ancora più pesante, perché impedirebbe di poter reclutare il personale necessario per fare le progettazioni del PNRR e quindi di spendere tutto il miliardi di euro previsto per Napoli. Oltre a mettere in ginocchio le società partecipate e l'ipotesi di nuove assunzioni. Se non arriveranno i soldi, Manfredi potrebbe anche lasciare l'incarico di sindaco, come ha annunciato al forum de La Repubblica, dove ha chiesto “un intervento non oltre la Finanziaria, altrimenti non si potrà andare avanti e servirà una valutazione con cittadini e forze politiche. Se non saremo messi in condizione di poter fare quello che i napoletani e il Paese si aspettano, poi faremo le valutazioni”.
“Non ci sono dirigenti tecnici di ruolo al Comune di Napoli. Senza la capacità amministrativa necessaria per preparare i progetti funzionali allo sviluppo del nostro territorio, rischiamo di perdere una parte dei fondi del Pnrr. Abbiamo a disposizione circa 1 miliardo di euro, sarebbe utile già riuscire a spenderne il 30 per cento”. Così il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, durante la trasmissione ‘Porta a Porta’ in onda stasera su Raiuno alle ore 23.10.
De Magistris: “Ho combattuto per anni senza un euro”
E non mancano le reazioni. L'ex sindaco Luigi De Magistris scrive: “Senza denari non si cantano messe si dice dalle nostre parti. Le cronache raccontano che gli fu promesso denaro per i 5 anni di mandato per convincerlo ad accettare la candidatura a sindaco. I primi atti politici che hanno caratterizzato il suo pensiero sono stati assicurazione per la giunta per danni causati e aumento delle indennità addirittura del 100%. Oggi Manfredi batte cassa e minaccia di andare via. Noi abbiamo combattuto per anni senza un euro e con un debito ingiusto, mai contratto dai napoletani, né ovviamente colpa della nostra amministrazione che, anzi, ha agito con correttezza e trasparenza.
Peccato – conclude l'ex pm – che in questi dieci anni anche i principali partiti che sostengono Manfredi nulla di decisivo hanno fatto per Napoli ed anzi hanno non di rado ostacolato l'azione di rilancio della città, producendo un evidente danno a Napoli, al suo popolo e alla stessa amministrazione che oggi avrebbe in cassa più soldi e in servizio più personale. Mai mi sarei sognato nemmeno di pensare solo astrattamente di mollare. Auguriamoci che i soldi arrivino, perché per noi le istituzioni e soprattutto Napoli vengono prima di ogni dialettica politica”.
Bassolino e Maresca
L'ex governatore Antonio Bassolino, oggi consigliere comunale di opposizione, commenta caustico: “Caro Gaetano, sei appena arrivato…”, mentre il leader dell'opposizione di centrodestra Catello Maresca incalza: “Abbiamo un problema molto serio. Mancano 4 miliardi e 880 milioni e più di 200 nuove assunzioni. Niente soldi promessi (i famosi 5 miliardi del patto per Napoli) e niente personale atteso. Manfredi dice che è pronto a dimettersi. Siamo già alla farsa. Noi crediamo che così non si possa andare avanti e per questo diciamo che siamo pronti a dimetterci tutti insieme se questi aiuti non arriveranno”.
Presutto (M5S) e Ruotolo (Gruppo Misto)
“Manfredi nel lanciare l'appello a Draghi dimostra un grande senso di responsabilità e coraggio – commenta il senatore del Movimento 5 Stelle Vincenzo Presutto – mettendo in discussione anche la sua figura e la sua posizione. Il pericolo è che questa situazione così compromessa renda impossibile anche usare i miliardi del PNRR per Napoli e sarebbe un disastro perdere l'ultima occasione per rendere Napoli una città moderna e all'avanguardia. Napoli è la terza città d'Italia e le sue sorti non possono riguardare solo Manfredi e le forze politiche che lo hanno sostenuto nelle recenti elezioni – conclude il senatore di M5S – il destino di Napoli deve essere messo al centro dell'agenda di Governo come tema di grande rilevanza nazionale".
"Ha ragione il nostro sindaco Gaetano Manfredi – scrive in un tweet il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto – Napoli non può rialzarsi da sola. O il governo s'impegna a risolvere le condizioni disastrose del Comune oppure la città rischia di non risollevarsi perché non esistono risorse per ripartire. Non si può governare sulle macerie". Mentre il consigliere comunale Nino Simeone aggiunge: “Subito fondi per Napoli e per i Comuni in difficoltà. La politica torni ad essere protagonista e soprattutto responsabile”.