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Parchi e monumenti al buio, lampioni e luci in ufficio col timer: a Napoli piano per il caro energia

Il Comune studia il piano per risparmiare sulle bollette della luce. Al lavoro una task force di esperti che sta valutando varie soluzioni.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Parchi spenti di notte e monumenti al buio, i lampioni in strada accesi per meno tempo e sensori rileva presenze in ufficio per lo spegnimento automatico. Sono solo alcune delle soluzioni previste dal piano allo studio del Comune di Napoli contro il caro bollette dell'energia. Il documento con il programma di risparmio per l'inverno è al vaglio della task force di esperti nominata dal sindaco Gaetano Manfredi e non è ancora concluso, si aspetterà probabilmente la prossima settimana per gli ultimi accorgimenti, prima della comunicazione finale. Il Comune ha stimato spese extra per oltre 25 milioni di euro, quest'inverno, per far fronte all'aumento dei costi di luce e gas, legati alla crisi per la guerra in Ucraina.

Il piano del Comune per risparmiare sulle bollette

Per una parte di queste uscite, circa 12 milioni, arriverà un aiuto da Roma, in termini di trasferimenti aggiuntivi compensativi. Ma non basta e anche i cittadini napoletani saranno chiamati al sacrificio per far quadrare i conti comunali, in termini di una riduzione di servizi e di piccoli accorgimenti per risparmiare. La task force del Comune, che si è riunita venerdì, ha individuato al momento 13 punti sui quali lavorare. Ma si tratta solo di ipotesi, è bene ribadirlo, ancora allo studio. Tra queste c'è, appunto, anche la verifica della fattibilità e dell'opportunità di procedere allo spegnimento dell'impianto di illuminazione a servizio dei parchi urbani durante le ore di chiusura e di monumenti.

Dal fotovoltaico ai lampioni spenti, il piano comunale

Oltre all'ipotesi di spegnere le luci sui monumenti, sul tavolo ci sono anche altre leve in fase di valutazione. Quali? In primo luogo, interventi organizzativi del lavoro all'interno degli edifici dove si svolgono funzioni primarie o derivate gestite dal Comune. Si intendono interventi di uso razionale degli spazi e dei tempi di lavoro connessi alle diverse attività tali da ridurre gli spazi necessari e i tempi di presenza. Quindi, interventi riguardanti la sostituzione delle sorgenti luminose fino ad arrivare ad una completa copertura del servizio con lampade a tecnologia led, cosa quest'ultimo che peraltro si sta già facendo progressivamente da anni, ma che potrebbe essere accelerata.

E, ancora, l'installazione di sensori di presenza e di luminosità negli ambienti. La messa in esercizio degli impianti fotovoltaici già in essere su edifici comunali e attualmente non utilizzati. L'inserimento di obiettivi specifici nei piani delle performance. La regolazione degli impianti di pubblica illuminazione nei rispetto dei minimi di illuminamento. La verifica dello stato di attuazione degli interventi previsti dall'appalto del Servizio Integrato Energia ex Convenzione Consip SIE 3 ed eventuale accelerazione degli stessi. L'informazione e sensibilizzazione del personale e corsi di formazione ad esso dedicati.

Quindi, la verifica di possibili oneri da applicarsi per servizi di energia supportati dal Comune di Napoli ma non utilizzati in esclusiva. L'installazione di valvole termostatiche in particolare presso edifici per i quali è già disponibile una diagnosi energetica. La comunicazione alle scuole e alla cittadinanza in generale circa i principi dell'uso razionale dell'energia. Infine, l'analisi e il monitoraggio dei programmi nazionali ed internazionali di incentivazione per interventi di contenimento dei consumi energetici.

Decreto Cingolani: termosifoni a Napoli accesi dal 22 novembre al 23 marzo

C'è poi la questione dei termosifoni per chi ha il riscaldamento autonomo con le caldaie. Quest'ultima è stata definita con il decreto del ministro Cingolani arrivato in settimana, che ha ridotto tempi e temperature. Napoli è stata inserita in Fascia C, per la quale è prevista l'accensione delle caldaie per i termosifoni dal 22 novembre al 23 marzo, per un massimo di 9 ore al giorno: 15 giorni in meno e un'ora in meno al giorno rispetto al passato. Cala anche la temperatura, che non potrà essere maggiore di 17 gradi per le attività industriali e artigianali e di 19 gradi per uffici pubblici. Il decreto deve però essere recepito dal Comune di Napoli, che provvederà ad emanare l'ordinanza come ogni anno specificando tempi e date. Sempre il Comune può decidere anche eventuali deroghe, nel caso di particolari condizioni climatiche impreviste.

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