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Ordinanza movida a Napoli, i baretti fanno ricorso: “Così chiudiamo”. Ma il Tar respinge la sospensiva

Ordinanza movida, il Tar respinge la richiesta di sospensiva fatta dai baretti: “Non ci sono motivi gravi o urgenti”. Si deciderà tutto in udienza il 16 dicembre. Gli imprenditori avevano chiesto di sospendere l’ordinanza per i danni economici sotto le feste di Natale. I residenti: “Vinto il primo round”
A cura di Pierluigi Frattasi
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La strada della movida di vico Quercia a Napoli
La strada della movida di vico Quercia a Napoli

I baretti del centro storico fanno ricorso contro l'ordinanza sulla movida del Comune di Napoli: "Compressi i nostri diritti economici". Ma il Tar della Campania respinge la richiesta di sospensiva. Si deciderà tutto il 16 dicembre, con l'udienza di merito, praticamente a due settimane dalla scadenza dell'ordinanza, che ha durata 60 giorni e termina il 4 gennaio. I residenti esultano: "Vinto il primo round".

I gestori dei locali di Vico Quercia – la stradina alle spalle di via Toledo e piazza del Gesù -, assistiti dagli avvocati Francesco Soprano e Roberta Valmassoni – avevano impugnato l'ordinanza sindacale del 4 novembre scorso, firmata dal sindaco Gaetano Manfredi.

Il provvedimento del Comune ha disposto in via temporanea lo stop all'asporto dei drink dalle ore 22 e la chiusura dei tavolini dei bar alle 00,30 durante la settimana e alle 1.30 il venerdì e sabato fino alla Befana, il 4 gennaio prossimo, nell'area compresa tra via Domenico Capitelli, vico Quercia, vico II Quercia, via Nina moscati, via Cisterna dell’Olio, vico II Cisterna dell’Olio e vico III Cisterna dell’Olio, a "tutela della tranquillità e del riposo dei residenti". L'ordinanza sindacale era arrivata dopo le proteste dei residenti per il rumore notturno che chiedevano di poter riposare la notte. Richiesta accolta dal tribunale che aveva condannato il Comune ad un risarcimento.

Perché i baretti del centro di Napoli hanno fatto ricorso

I baretti, però, non hanno accolto favorevolmente l'ordinanza sindacale ed hanno impugnato l'atto. Il ricorso è stato presentato ieri, 20 novembre, con richiesta al giudice monocratico di sospendere l'atto prima dell'udienza, visto che l'ordinanza va ad influire su un periodo fondamentale per il commercio, quello delle feste di Natale, e rischia quindi di fare danni maggiori. Secondo gli imprenditori, l’ordinanza impugnata "condanna all’estinzione di ben 8 attività".

L'ordinanza sindacale, a loro giudizio, violerebbe il "principio di proporzionalità". "In assenza di qualsivoglia istruttoria degna di questo nome – scrivono – il Comune ha imposto il divieto di vendita e di somministrazione per asporto di qualsivoglia bevanda (sia alcolica che analcolica!) dalle ore 22.00 per ben 60 giorni, ivi incluso il periodo natalizio in relazione ad attività legittimamente autorizzate dal medesimo e per le quali gli odierni ricorrenti hanno sostenuto e sostengono ingenti investimenti". Una situazione che li condannerebbe "all’inevitabile chiusura, in aperta noncuranza del loro diritto costituzionalmente garantito alla libera iniziativa economica".

I baretti, d'altra parte, sono convinti di non avere alcuna responsabilità per l'inquinamento acustico. "Il rumore lamentato – sottolineano nel ricorso – è riconducibile al “vociare” spontaneo e incontrollato degli avventori presenti sulla pubblica via e, dunque, a fenomeni di carenza di ordine pubblico la cui gestione compete esclusivamente all’Amministrazione comunale e, al più, alle Autorità di Polizia, non potendo certo i gestori svolgere funzioni surrogate di vigilanza".

La decisione del Tar della Campania

Il Tar della Campania, però – Sezione Quinta, presidente Maria Abbruzzese – ha respinto la richiesta di sospensione cautelare con decreto monocratico pubblicato oggi, venerdì 21 novembre, rinviando la decisione alla camera di consiglio che si terrà il 16 dicembre. Secondo il giudice, "il pregiudizio lamentato dai ricorrenti nelle more della trattazione collegiale dell’istanza cautelare, fissata come in dispositivo nel rispetto dei termini processuali, è di natura patrimoniale, riducendosi alla prospettata mera riduzione degli introiti nel periodo prenatalizio; Considerato che, per quanto precede, non sono apprezzabili le ragioni di estrema gravità e urgenza per la concessione dell’invocata tutela cautelare monocratica", l'istanza cautelare è stata respinta.

I residenti di Vico Quercia: "Vinto il primo round"

Nel braccio di ferro amministrativo, insomma, il primo round se lo sono aggiudicati i residenti, che si sono costituiti in giudizio. "Su Vico Quercia – commenta l'avvocato e consigliere comunale Gennaro Esposito, presidente del Comitato Vivibilità Cittadina – siamo riusciti ad ottenere l’ordinanza non grazie alla politica ma solo grazie alla magistratura. Dal 4 novembre la situazione è cambiata e la reazione stata immediata. I baretti dicono che stanno perdendo il 50% degli incassi. Siamo già al terzo ricorso tra giustizia ordinaria ed amministrativa. Ieri ci è stato notificato l’ultimo ricorso. In questo modo aggressivo tengono in scacco gli uffici che temono l’esito dei giudizi. Questa volta però ci hanno trovati preparati, ci siamo anche noi Cittadini. Per evitare una decisone cautelare senza ascolto delle nostre posizioni, ieri ho lavorato fino a tarda sera, per costituirci in giudizio e mostrare al Magistrato ciò che provocano con le loro attività. Noi ci siamo e dobbiamo reagire, altrimenti non ne usciamo".

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