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Operaio morto per un tumore a causa dell’amianto: risarcimento da 1,5 milioni di euro alla famiglia

La Corte d’Appello di Napoli ha condannato Fincantieri e Sait a risarcire la famiglia dell’operaio, morto a 72 anni nel 2016 per un mesotelioma da esposizione a fibre di amianto.
A cura di Valerio Papadia
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Risarcimento milionario alla famiglia di un operaio morto a causa dell'amianto. La Corte d'Appello di Napoli ha infatti confermato la condanna per Fincantieri Spa e per Sait Spa, che ha obbligato le aziende al risarcimento per la famiglia di Angelo T., operaio morto nel 2016, a 72 anni, a causa di un mesotelioma da esposizione a fibre di amianto: 1,5 milioni di euro che le due società dovranno corrispondere alla famiglia dell'operaio come risarcimento. A dare la notizia del risarcimento è stato l'ONA (Osservatorio Nazionale Amianto).

La storia di Angelo, morto a causa dell'amianto

Nato a Castellammare di Stabia, nella provincia di Napoli, dove risiedeva insieme alla sua famiglia, Angelo T. ha lavorato dal 1963 al 1995 per la Sait, azienda che forniva manodopera alla Fincantieri, sempre a contatto diretto con le polveri di amianto. "L'ambiente di lavoro era al chiuso, all'interno dell'unità navale, e privo di aspiratori localizzati delle polveri e senza ricambio di aria. Locali chiusi, come la sala macchine, presso i quali trascorreva l'intera giornata lavorativa, gomito a gomito anche con altri colleghi" si legge nella decisione della Corte d'Appello.

"Con questa sentenza si aprono le porte al risarcimento dei danni anche per tutte le altre vittime nel cantiere navale di Castellammare, soprattutto con in riferimento alla congruità del risarcimento per esposizione professionale del lavoratore all'amianto" il commento di Enzo Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto.

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