Ondate di calore a Napoli, Legambiente: “Nei quartieri poveri meno ripari e ombra, temperature al suolo elevatissime”

La campagna nazionale di Legambiente arriva a Napoli per misurare le temperature di quartieri ricchi e quelli periferici. A Secondigliano il record nazionale con 80 gradi al suolo nel Parco “Gaetano Errico”.
A cura di Antonio Musella
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Si chiama "Che caldo che fa" è la nuova campagna nazionale di Legambiente contro la cooling poverty, un monitoraggio delle grandi città per rivelare l'impatto delle ondate di calore estive e gli squilibri tra le parti più ricche e quelle più povere e periferiche dei centri urbani. Alberi, fontane, ombreggiature, scelta saggia sui materiali per gli arredi urbani, sono azioni importantissime per mitigare la percezione del calore rovente sul corpo dei cittadini. Ma come spesso accade le differenze economiche e sociali incidono pesantemente sulla disparità di percezione delle ondate di calore, nei quartieri più poveri, dove c'è anche meno possibilità di refrigerarsi con gli impianti di condizionamento, la conformazione urbana peggiora l'impatto delle ondate di calore, mentre nei quartieri più ricchi, le aree verdi contribuiscono ad una qualità della vita, anche in condizione di caldo estremo, nettamente superiore. A Napoli, in esclusiva, Fanpage.it ha potuto seguire il monitoraggio di Legambiente che con una fotocamera termica ha misurato le temperature in due quartieri della città molto diversi tra loro, il Vomero e Secondigliano.

Secondigliano: "La temperatura al suolo nel parco arriva a 80 gradi"

"Abbiamo monitorato luoghi simbolici – ci spiega Mariateresa Imparato di Legambiente – i mercati, gli ospedali, i parchi pubblici, le vie principali, dove in presenza di ondate di calore le persone svolgono attività quotidiane come fare la spesa, attendere un autobus o cercare refrigerio in un parco". La termocamera ha fotografato i luoghi misurando le temperature di ogni oggetto, e soprattutto del suolo su cui camminano le persone, per rendere l'idea dell'impatto sul corpo umano delle ondate di calore. Il monitoraggio, accompagnato dalle riprese di Fanpage.it, è avvenuto l'1 e 2 luglio, quando su Napoli sono state registrate ondate di calore con tanto di allerta meteo della Protezione Civile. "Le immagini della termocamera registrano i luoghi a seconda di una scala di colori – ci spiega Ottavia D'Agostino, ingegnere e membro dell'Ufficio energia di Legambiente – la scala va dai colori più scuri, che segnalano le temperature più fresche, ai colori più chiari fino al bianco che segnalano le temperature più calde". Abbiamo iniziato dal quartiere di Secondigliano, alla periferia nord della città, ed il primo impatto sulla via principale, il Corso Secondigliano, è stato paradigmatico. "Tutte le fermate dell'autobus di Corso Secondigliano sono prive di pensilina – spiega D'Agostino – quindi non c'è ombreggiatura. Ci sono molte panchine ma le temperature sono altissime ed arrivano fino a 63 gradi".

Quello che impressiona è che, nonostante, sulla via principale del quartiere ci siano alcuni alberi, proprio in prossimità delle fermate degli autobus questi siano in numero minore, in alcuni casi risultino abbattuti, perché malati e non sostituiti, contribuendo a far salire le temperature per chi attende l'arrivo degli autobus. "Via Dante è un centro commerciale naturale, proprio nel cuore storico di Secondigliano – prosegue l'attivista – qui vediamo la totale assenza di ombra su tutto il percorso della via. Non c'è assolutamente nulla, né teli che fanno ombra e nemmeno alberi, qui abbiamo raggiunto la temperatura al suolo di 60 gradi".

Per chi va a fare la spesa in estate in questa via frequentatissima il rischio di un colpo di Sole o di un collasso è altissimo. Ma il record, non solo napoletano, ma dell'intera campagna di Legambiente in tutta Italia fino ad ora, è stato raggiungo nel Parco "Gaetano Errico" di Secondigliano. "Già l'accesso del Parco è su un lungo viale dove non c'è ombra e non ci sono alberi – spiega D'Agostino – c'è proprio un problema di distribuzione degli alberi. Ma il punto massimo si raggiunge dove ci sono le giostre per i bambini con una temperatura record al suolo che è stata registrata sugli 81 gradi". La superficie in prossimità dei giochi per bambini nel Parco Gaetano Errico di Secondigliano è composta da un materiale riciclato che deriva dagli pneumatici. Consente di costruire una superficie morbida, in grado di attutire eventuali cadute dei bambini, peccato però che la temperatura di questo materiale sotto al sole raggiunga numeri impressionanti.

Teli che garantiscono l’ombreggiatura al mercato di Antignano al Vomero
Teli che garantiscono l’ombreggiatura al mercato di Antignano al Vomero

L'oasi del Vomero: "Anche al mercato c'è l'ombra"

Di contrasto, nel quartiere del Vomero la situazione è profondamente diversa. Siamo in una zona dove di base i cittadini hanno possibilità economiche maggiori, e quindi hanno la possibilità di accesso alla refrigerazione attraverso i condizionatori, per un tempo più lungo durante la giornata. Ma è in strada che le condizioni dei due quartieri stridono pesantemente. Nel mercato di Antignano, la situazione è diametralmente opposta a quello di via Dante a Secondigliano. "Qui gli operatori mercatali hanno installato dei teli tra una bancarella e l'altra, in questo modo hanno creato una ombreggiatura permanente dove c'è il passaggio delle persone". Ed infatti proprio l'ombreggiatura prolungata riesce a tenere le temperature al suolo molto basse.

"Siamo tra i 30 ed i 34 gradi, soprattutto non si superano mai i 35. È una buona pratica senza dubbio". Anche il Parco è completamente diverso. "Nel Parco Mascagna appena si entra c'è subito un vialetto all'ombra – spiega D'Agostino – ma soprattutto ci sono gazebo all'ombra, una fontana, e anche gli attrezzi ginnici sono posti tutti all'ombra. Qui abbiamo registrato una temperatura di 35 gradi". Certo, anche al Vomero esistono criticità. "L'ingresso dell'ospedale Santobono è forse uno dei pochi punti critici del quartiere, perché è esposto completamente al Sole e non ci sono pensiline in nessuno degli ingressi al pubblico. Qui abbiamo registrato una temperatura di 63 gradi" sottolinea l'attivista. Ma anche altri luoghi dove sono state fatte le misurazioni al Vomero, ci mostrano delle immagini della termocamera in cui i colori scuri sono assolutamente prevalenti, segno di temperature più fresche, a via Luca Giordano e soprattutto nella Villa Floridiana.

Fermata dell’autobus a Secondigliano, ripresa dalla termocamera
Fermata dell’autobus a Secondigliano, ripresa dalla termocamera

"A Napoli non c'è un piano ed il Governo non investe fondi"

Gli squilibri di temperatura tra i due quartieri sono davvero molto consistenti, ed il dato record fatto segnare a Secondigliano, pone Napoli tra le città più calde registrate nel rilevamento nazionale di Legambiente. "Parliamo del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici – sottolinea Mariateresa Imparatoquindi c'è bisogno di interventi puntuali e urgenti, servono rifugi climatici naturali, manutenzione delle aree verdi, miglioramento dei servizi, una semplice ombreggiatura può cambiare tutto. Per le periferie si tratta di una questione di priorità. L'impatto delle ondate di calore si misura anche dallo squilibrio socio economico, per questo servono città più fresche e più giuste".

A differenza di Milano e Roma, Napoli non ha un piano di adeguamento al cambiamento climatico, il Comune non lo ha ancora varato e la stessa Legambiente dice di essere in attesa di conoscere quale sia la strategia dell'amministrazione Manfredi. "Napoli è in ritardo ma è in ritardo anche tutta l'Italia – spiega Imparato – il piano nazionale è stato approvato dopo 6 anni e 4 governi, ma ancora oggi non ci sono soldi per poter poi attuare le misure decise dalle Regioni e dai Comuni. È il governo che deve appostare dei fondi su questo specifico intervento, per consentire alle città di adeguarsi, ed è questo il nostro appello, per evitare gli stress termici e per evitare un impatto devastante sulla salute dei cittadini e delle cittadine, a partire dalle fasce socio economiche più vulnerabili".

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