video suggerito
video suggerito

Omofobia e violenza in famiglia, Cremona (iKen): “Denunciare chiedendo subito accesso al codice rosso”

A Fanpage.it parla Carlo Cremona (iKen) dopo l’ultimo episodio di omofobia tra le mura domestiche a Napoli. “Episodi sporadici ma molti non denunciano”
Intervista a Carlo Cremona
Associazione IKen APS ETS
A cura di Giuseppe Cozzolino
58 CONDIVISIONI
Carlo Cremona
Carlo Cremona

Dopo l'ultimo episodio omofobo accaduto a Napoli, quello del padre che ha minacciato di morte la figlia per farle cambiare cognome non accettando l'orientamento sessuale della ragazza, il tema delle aggressioni omofobe è tornato "caldo" anche nel capoluogo partenopeo. A Fanpage.it fa il punto sulla situazione di Napoli il dirigente dell'associazione I-Ken Carlo Cremona, che spiega: "Denunciate subito alle forze dell'ordine e richiedete accesso al codice rosso".

Carlo, l'ultimo episodio è avvenuto in pieno centro storico, ma quanti ne accadono a Napoli?

Un dato preciso non c'è. Diciamo che si tratta di eventi "sporadici", se parliamo di quelli di questo tipo. Un po' più sporadici in città e un po' meno in periferia. Ma la verità è che molto spesso i ragazzi giovani decidono di non denunciare fino all'autonomia e quindi poi decidono di abbandonare. Altre persone invece soccombono, cioè nel senso che subiscono e non riescono proprio a uscirne. A noi è capitato di seguire diverse persone che venivano maltrattate, ricattate in famiglia e che non riuscivano proprio a recarsi neanche alla polizia per sporgere sporgere la denuncia, o che comunque non se la sentivano di abbandonare la madre, i fratelli e così via.

Materialmente, una persona vittima di questi episodi, cosa dovrebbe fare?

Si deve denunciare alle forze dell'ordine e richiedere l'accesso alla procedura di codice rosso. È una procedura che permette l'ingresso all'interno di strutture protette, l'avvio di percorsi di inserimento lavorativo, di autonomia abitativa, la protezione della pubblica sicurezza, cioè entri all'interno di un percorso corso dell'antiviolenza che è normato. Però se tu questa cosa ti rifiuti di farla per un qualsiasi motivo, questo percorso non si attiva.

La vostra associazione da tempo si occupa di questi casi e di dare protezione.

Il lavoro oramai trentennale di tutti quanti noi ci porta a volte anche nelle scuole, con azioni mirate al contrasto delle delle discriminazioni. Nella nostra struttura di via Antonio Genovesi, ho quattro persone su quattro posti letto disponibili, e abbiamo una coda di persone che ci chiedono di entrare italiane dall'Italia e anche straniere dall'estero che chiedono di arrivare qui. Diciamo che a volte hanno più facilità i volontari di altre associazioni a raccogliere fondi che le associazioni come la nostra.

58 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views