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L'omicidio di Giovanbattista Cutolo a Napoli

Omicidio Giovanbattista Cutolo, il 16enne reo confesso: “Ho sparato per difendermi, non volevo uccidere”

Il 16enne accusato dell’omicidio di Giovanbattista Cutolo ha detto agli inquirenti di avere sparato per spaventare, temendo di avere la peggio durante la rissa.
A cura di Nico Falco
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"Non volevo uccidere: ho avuto paura, sono stato preso nel panico quando ho visto quel ragazzo che mi veniva incontro con una bottiglia in mano, mi sono fatto passare la pistola della paranzella e ho sparato ma volevo solo spaventarlo, ero convinto di non averlo colpito". È la versione che ha fornito ieri agli inquirenti il 16enne dei Quartieri Spagnoli accusato dell'omicidio di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso in piazza Municipio; il minorenne, assistito dall'avvocato Davide Piccirillo, è attualmente nel centro di Prima Accoglienza dei Colli Aminei, domani ci sarà l'udienza di convalida.

Il 16enne è stato individuato poche ore dopo l'omicidio, soprattutto grazie al video di una telecamere di sorveglianza che si trova nei pressi del pub dove i due gruppi si sono incontrati. Ha un precedente per tentato omicidio, per una coltellata sferrata ad un coetaneo durante una rissa quando aveva circa 13 anni, procedimento che si è concluso con un non luogo a procedere dopo la messa in prova ai servizi speciali; è invece ancora in corso un secondo procedimento per tentata truffa agli anziani, commessa con un maggiorenne. Gli investigatori sono al lavoro per delineare il ruolo di altri due amici del 16enne, che secondo le risultanze potrebbero essere coinvolti nell'episodio.

Il litigio davanti al pub di piazza Municipio

Ieri, davanti al pm Regine della Procura per i Minorenni e alla Squadra Mobile di Napoli, il giovanissimo ha raccontato la sua versione dei fatti. Sostiene di essere arrivato quando c'erano state già delle schermaglie tra il gruppo di Giovanbattista Cutolo e quello dei suoi amici, quest'ultimo composto da quattro giovanissimi dei Quartieri Spagnoli e 7 di piazza Bellini. Insulti, sfottò e provocazioni, rivolti dalla "paranzella" a quei giovani di qualche anno più grande. Prima c'era stata la discussione per lo scooter: un'amica di Giovanbattista, parcheggiando, aveva urtato il motorino di uno dei minorenni. Poi, una volta dentro al locale, le provocazioni erano andate avanti. Compresa quella della bustina di maionese svuotata in testa a un amico della vittima.

"Un ragazzo che non conosco è uscito fuori dal pub e ha cominciato a litigare col mio gruppo – racconta il 16enne – gli altri quattro sono arrivati in suo soccorso. È cominciata la rissa, uno contro uno. Io ho visto Giovanbattista che mi veniva incontro con una bottiglia di birra in mano, sono stato preso dal panico. Ho chiesto al mio amico la pistola e ho sparato per spaventarlo".

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La dinamica raccontata dal ragazzo collima in parte con quella ricostruita dalla Squadra Mobile e con le testimonianze raccolte da Fanpage.it: Cutolo si sarebbe alzato dopo l'ennesima provocazione ma non per aggredire, bensì per chiedere, per l'ennesima volta, di essere lasciati in pace; sarebbe stato colpito da uno sgabello in faccia e pochi istanti dopo, a rissa in corso, sarebbero stati esplosi i proiettili. Lunedì ci sarà l'autopsia per accertare se, oltre a quello all'addome, anche gli altri due colpi sono andati a segno.

La pistola "della paranzella" trovata ai Quartieri Spagnoli

Ma da dove arrivava quell'arma? Si tratta di una semiautomatica di piccolo calibro che, ha spiegato ancora il ragazzo, sarebbe stata trovata quattro o cinque giorni fa dal gruppetto tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli. Se la sarebbero portata in giro a turno, per sbruffoneria, e avrebbero avuto il proposito di venderla per fare qualche soldo. "Non mi sono accorto di averlo colpito – prosegue il ragazzo – lui è indietreggiato ma sembrava stare bene, non è caduto. Dopo gli spari siamo tutti scappati. Ho saputo solo dopo che quel ragazzo era morto".

Il 16enne, spiega il legale a Fanpage.it, è sotto shock ed è estremamente dispiaciuto; nel corso dell'interrogatorio si è mostrato collaborativo, ha fatto ritrovare l'arma e ha indicato gli altri componenti della "paranzella", alcuni per nome e altri per soprannome. Non è escluso che nelle prossime ore possano essere iscritte nel registro degli indagati altre persone, compreso quello che avrebbe passato l'arma al sedicenne e che sarebbe maggiorenne.

(articolo aggiornato alle 17:05 del 1 settembre 2023)

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