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Omicidio Gelsomina Verde, il fratello in tv: “Dopo la sua morte lo Stato ha battuto il pugno a Scampia”

Intervistato ad “Oggi è un altro giorno” su Rai1, Francesco Verde, fratello di Gelsomina, ha parlato della sorella, torturata e uccisa dalla camorra nel 2004, nel pieno della faida di Scampia. “Dopo la sua morte le cose sono cambiate – ha detto – quello è stato il momento in cui lo Stato ha deciso di battere il pugno sul tavolo”.
A cura di Nico Falco
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"Dopo la morte di mia sorella le cose sono cambiate a Scampia, solo quello è stato il momento in cui lo Stato ha deciso di battere il pugno sul tavolo". A parlare è Francesco Verde, fratello di Gelsomina Verde, intervistato da Serena Bortone durante la trasmissione "Oggi è un altro giorno", in onda su Rai 1. L'uomo, che oggi fa l'attore e ha recitato in diversi film e serie tv, ha ripercorso quei tragici momenti della prima faida di Scampia, quando la sorella venne torturata e uccisa da esponenti del clan Di Lauro che, attraverso lei, volevano scovare un affiliato agli Scissionisti.

Gelsomina aveva 22 anni e non aveva nessun rapporto con la criminalità organizzata. Fu presa di mira perché, diversi mesi prima dello scoppio della faida, era stata legata a Gennaro Notturno, un giovane che successivamente era entrato a far parte del gruppo degli Scissionisti. "Lei incontrò quest'uomo – ha spiegato il fratello – ma la loro storia durò pochi mesi. Lei si rese conto che c'era qualcosa che non andava perché aveva un tenore di vita troppo alto per una persona normale". I Di Lauro lo cercavano, lui era sparito. E così avevano deciso di sequestrare la ragazza per farsi rivelare quel nascondiglio di cui Gelsomina non era nemmeno a conoscenza. Fu uccisa con tre colpi di pistola alla nuca.

Il suo corpo fu ritrovato il 21 novembre 2004, all'interno della sua automobile, dato alle fiamme verosimilmente per nascondere le tracce di quelle torture che avrebbero dimostrato la ferocia della camorra. Quell'omicidio, con quelle modalità, suscitò molto clamore anche ben oltre i confini di Napoli e fu proprio quello, secondo Francesco Verde, a scatenare la risposta più incisiva da parte dello Stato. "La morte di mia sorella ha smosso le coscienze di tante persone e oggi Scampia viene vissuta in modo diverso rispetto a venti anni fa – ha continuato l'uomo – sono nate anche tante associazioni per combattere la criminalità organizzata. Cerco di consolarmi pensando che quello sia stato il prezzo del cambiamento".

Per l'omicidio di Gelsomina Verde è stato condannato all'ergastolo Ugo De Lucia, considerato autore materiale dell'omicidio; in quel processo la famigli Verde si è costituita parte civile. Cosimo Di Lauro, all'epoca a capo del clan fondato dal padre e protagonista della faida, è stato condannato nel 2008 come mandante dell'omicidio; due anni dopo ha risarcito con 300mila euro la famiglia della vittima, soldi provenienti da un premio assicurativo, ma senza ammettere il proprio coinvolgimento; in questo diverso procedimento la famiglia ha rinunciato, in seguito al risarcimento, a costituirsi parte civile. Nel 2010 il boss è stato assolto.

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