Omicidio del calciatore Perinelli, confermata la condanna a 16 anni e 6 mesi per l’assassino

Confermata la condanna a 16 anni e 6 mesi per Alfredo Galasso per l'omicidio di Raffaele Perinelli, ex calciatore di Turris e Gragnano. Perinelli fu ucciso a soli 21 anni dall'amico durante una lite avvenuta il 7 ottobre del 2018 a Miano, quartiere dell'hinterland nord di Napoli. La sentenza della Corte di Cassazione rende dunque definitiva la condanna, che in primo grado era stata di 17 anni ma che successivamente vide uno sconto di 6 mesi da parte dei giudici della corte d'Appello. Si chiude così l'iter giudiziario che iniziò subito dopo l'omicidio di Perinelli, quando lo stesso Galasso andò a costituirsi alle forze dell'ordine.
La scazzottata della notte precedente
Raffaele Perinelli era il figlio di Giuseppe, ucciso nel 1999 in un agguato di camorra, nell'ambito della faida tra i Misso della Sanità ed il clan Lo Russo, al quale Giuseppe Perinelli era legato. Raffaele aveva solo due anni quando avvenne l'omicidio del padre, ma prese un'altra strada: quella del calcio, tenendosi lontano dalla malavita. Terzino sinistro in Serie D con Gragnano prima e Turris poi, a 21 anni era considerato una giovane promessa del calcio campano. Fino a quella notte del 2018, quando perse la vita. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tra Raffaele Perinelli ed Alfredo Galasso, ambulante ed amico della vittima, c'erano stati già degli screzi, forse per una ragazza contesa. Fatto sta che la sera prima dell'omicidio i due si affrontarono a suon di pugni davanti ad un locale di Bagnoli, nella zona occidentale di Napoli. Il giorno dopo, i due si sono incontrati nuovamente a Miano, zona nord.
L'omicidio e il processo
Dalle dichiarazioni rese da Galasso, pare che il giovane calciatore fosse sceso dal proprio motorino per dare un calcio nella portiera dell'automobile dove si trovava, per poi prendere qualcosa dalla sella. Galasso, che dopo la scazzottata della sera prima aveva deciso di portarsi dietro un coltello quando fosse in strada, prese l'arma e lo colpì al torace, ferendolo a morte. Raffaele Perinelli venne quindi portato in ospedale da uno sconosciuto, che non è mai stato identificato: nonostante i tentativi dei medici di salvargli la vita, morì quella notte stessa, mentre Galasso all'alba decise di costituirsi ai carabinieri. Quindi, il processo: 17 anni in primo grado e la riduzione a 16 anni e 6 mesi in Appello. Quindi, la Cassazione che ha confermato la pena in secondo grado, che diventa così definitiva.