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L'omicidio di Giovanbattista Cutolo a Napoli

Omicidio Cutolo, il cantautore Maldestro: “Da Geolier parole vuote, servono esempi positivi”

Intervista al cantautore di Scampia che ha conosciuto Giovanbattista Cutolo una settimana prima del suo omicidio. “Abbiamo bisogno di esempi positivi, guardate cosa dice invece la seconda carica dello Stato”.
A cura di Antonio Musella
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Antonio Prestieri, in arte Maldestro, le periferie ed i ragazzi difficili li conosce molto bene. Cantautore napoletano, emerso come ramo buono di una famiglia compromessa del Rione Monterosa di Scampia, Maldestro ha avuto modo di conoscere Giovanbattista Cutolo, per tutti Giogiò, una settimana prima del suo omicidio. Un incontro casuale nel pub dove lavorava il 24enne, ucciso il 31 agosto da un 17enne armato in piazza Municipio. Una chiacchierata tra le birre, un impressione di "ragazzo pulito", e poi il dramma della sua morte.

Mentre la musica e i modelli culturali esaltati da alcuni generi finiscono sul banco dell'accusa rispetto ai comportamenti criminali dei giovanissimi, Maldestro, che sceglie il dialetto in questa intervista a Fanpage.it, ci offre uno spaccato molto diverso, per quanto solido ed oggettivo in molti suoi passaggi. La prima frecciata è per la politica, incapace, secondo il cantautore, di dare esempi positivi, e indica come esempio il caso del presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha difeso il figlio indagato per stupro.

La seconda è proprio per il suo mondo e per il trapper Geolier, che pochi giorni fa, stimolato dall'attore Gianfranco Gallo, ha scritto un appello ai giovani per cambiare strade. "Parole vuote che sanno di beffa" ci dice Maldestro che richiama l'importanza degli esempi piuttosto che delle parole.

Ti è capitato per puro caso di conoscere Giovanbattista Cutolo, ci racconti come è avvenuto l'incontro?

Eravamo al "Malone", un pub di Napoli, una settimana prima che morisse, ero con amici intorno alle 2 di notte. Giogiò ci ha portato delle birre e si è fermato a parlare con noi. Ci stavamo divertendo molto a chiacchierare, ad un certo punto Giogiò ci disse: "Starei qui tutto il tempo con voi perché mi sto divertendo, ma siamo in chiusura e mi devo alzare per andare a lavorare".

Si vedeva subito che era un ragazzo pulito, pieno di vita, un musicista. Una settimana dopo un mio amico mi ha mandato un messaggio dicendomi cosa era successo. Sono rimasto impietrito, sconvolto, ho passato quella giornata come dentro ad un vuoto.

Questo omicidio ha scosso la città, a te che sensazione ha lasciato?

La sconfitta. La sconfitta mia personale innanzitutto, perché è colpa mia se qualche volta ho detto "lascia stare, fatti i fatti tuoi", è colpa mia se qualche volta invece di denunciare ho abbassato la testa, la sento anche come una colpa mia assoluta. Quando succedono queste cose è colpa del popolo e dello Stato soprattutto, è un totale sconforto. Vedi, si parla sempre, si parla sempre e non cambia mai niente perché tutti quanti siamo bravi a dire la nostra, ma poi, quando è il momento di scendere in campo, ognuno di noi preferisce andarsi a bere uno sprtiz.

Conosci bene i quartieri difficili ed anche la marginalità, secondo te di cosa c'è bisogno per non trovarsi più davanti a fatti simili?

Credo nel modo più assoluto che la repressione non serva assolutamente a niente. D'altronde, se guardiamo alla pena di morte che esiste in alcuni stati degli Stati Uniti, non credo che abbiamo risolto le continue stragi nelle università o il problema del razzismo, non mi pare proprio. Attenzione, con questo non voglio dire che non deve esserci una pena, deve esserci una pena adeguata al reato che si è commesso ma che abbia una forte caratterizzazione correttiva, con un forte programma di riabilitazione degli esseri umani.

Quando ho sentito di Giogiò, ma anche quando ho sentito di altri, è chiaro che dentro di me ho pensato: "Mamma mia, cosa gli farei all'assassino". É chiaro il mio cuore pulsa e palpita. Ma poi mi stacco dai sentimenti e cerco di ragionare. A cosa serve uccidere quel ragazzo per vendetta? A cosa serve chiuderlo in galera per 100 anni? Giogiò, innanzitutto, non torna indietro.

Ci vogliono degli esempi importanti, esempi che arrivino dall'alto dalle persone che ci governano, e ultimamente esempi importanti non ne abbiamo avuti. Se i nostri politici hanno i figli sotto indagine per stupro, le indagini sono in corso, chiaramente, ma se la seconda carica dello Stato avesse fatto un'intervista in cui avesse detto: "Mio figlio non è ancora condannato, ma se è colpevole deve pagare per tutto quello che ha fatto"…

Ecco, questo sarebbe un esempio, ma se la seconda carica dello Stato difende il figlio sotto indagine, per me è un fallimento, che esempio dai ai quei ragazzi che poi hanno stuprato la giovane a Palermo? Ci vuole una cultura sana, non ci vuole la cultura che abbiamo noi, ci vuole una scuola sana, non quella che abbiamo noi, con la scuola che è completamente da riformare, la cultura che ci vendono che è completamente da riformare.

C'è un problema che riguarda i modelli culturali che la musica sta amplificando?

Una canzone è un racconto, anche De Andrè raccontava cose terribili, con altre parole. Anche i film raccontano di omicidi, violenze, ma sono racconti, è narrativa. Oppure prendi Bukowski, diceva delle cose sulle donne tremende, ma è considerato un intellettuale di riferimento, raccontava il suo tempo.

Quindi, perché Bukowski viene usato per la didattica e magari un rapper che racconta di omicidi viene additato? A me non piace quel linguaggio, ma se tu prendi un ragazzo che è nato in periferia ed ha visto solo quello in vita sua, se questo ragazzo ha un talento nel raccontare, racconterà solo di quello che vede, non ha un altro strumento per poter raccontare un'altra cosa. Ho sentito un artista che ha scritto delle parole per Giogiò…

Ti riferisci a Geolier?

Esatto, ma mi sono sembrate vuote, mi sanno di beffa, di presa per il culo. Nonostante a me Geolier piace, quando ho cominciato la mia ricerca musicale nell'hip hop, Geolier lo ascoltavo, credo che abbia un flow pazzesco, ha talento, ha un'arma a disposizione per poter dire davvero delle cose importanti e portarsi i giovani dietro, piuttosto che dire le solite paroline, la scuola, i bambini, eccetera.

Si vede che qualcuno gli ha detto che era necessario fare quel post. É sempre la storia dell'esempio, l'esempio si dà anche senza dire niente. Ma se tu dici una cosa e poi fai il contrario, allora stiamo zitti che è meglio. La musica è qualcosa di fondamentale, l'arte è fondamentale, bisogna dare a questi giovani la possibilità di potersi esprimere in modo vero.

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