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Odissea per rinnovare la tessera sanitaria a Bacoli: posti limitati, assembramenti e utenti rimandati a casa

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una lettrice di Bacoli (Napoli): ore in fila davanti all’Asl per i pochi posti disponibili, con assembramenti e utenti rimandati a casa.
A cura di Redazione Napoli
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una ragazza di Bacoli, che, corredando la storia con fotografie, ha raccontato dell'odissea per rinnovare la tessera sanitaria (e per accedere a qualsiasi altro servizio) presso gli uffici di Bacoli dell'Asl Napoli 2 Nord. All'arrivo nella struttura, alle sette del mattino, ha dovuto segnarsi sulla "lista" degli utenti che sarebbero stati serviti in mattinata: un foglio anonimo con numeri limitati, che alle 7 e mezza è già pieno, col risultato che chiunque arrivi dopo viene mandato via. Quello che poi accade è facile da immaginare: code, assembramenti e molte persone che sono costrette a tornare nei giorni successivi, magari alle cinque del mattino per trovare ancora un posto disponibile.

Sono una cittadina di Bacoli e stamani mi sono recata agli uffici dell’ASL Na2 Nord di Cappella (Bacoli) per rinnovare la mia tessera sanitaria scaduta. In un paese civile la tessera dovrebbe rinnovarsi automaticamente e dovrebbe essere spedita a domicilio. O quantomeno nel 2022 ci si aspetterebbe che si possa fare tramite una procedura online. Ma niente di tutto questo sembra possibile. A Bacoli bisogna recarsi alle 7 di mattina fuori l’ASL – se si è fortunati – per segnarsi in lista su uno dei tanti fogli volanti fuori alla porta suddivisi tra ‘cambio medico’ ‘esenzioni’ ‘visite’ e ‘tessere sanitarie’. Alle 7.30/7.45 le liste erano già piene poiché l’ASL accetta solo un numero limitato di assistiti al giorno, per ciascuna di esse. Le volontarie dell’associazione nazionale carabinieri, quindi, che svolgevano accoglienza e servizio d’ordine alle porte, mandavano via chiunque si presentasse dalle 8 in poi.

Ma mi (e vi) chiedo: tutto questo vi sembra normale? Anziani non deambulanti, con patologie cardiache e difficoltà motorie mandati indietro già dalle 8 del mattino perché “le liste” erano piene. Ed al loro reclamare, le volontarie rispondevano dicendo che avrebbero dovuto presentarsi alle 5 del mattino e segnarsi in lista. Al contrario di quanto fatto da altri disonesti che pur venendo alle 7, segnano i nominativi di altri amici e parenti che poi si presentano comodamente più tardi. A questo punto diversi cittadini indignati da questo atteggiamento hanno iniziato a lamentarsi ed un signore in particolare – che aveva preso un giorno di ferie dal suo impiego per il cambio medico – si è molto innervosito ed ha chiamato i carabinieri. Secondo i cittadini che protestavano, questo non era il giusto modo di organizzare la situazione.

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Nel frattempo l’enfasi e lo stress delle lamentele cresceva tra urla e spintoni di persone che cercavano solo di entrare all’ASL magari per chiedere informazioni. Era il delirio. All’arrivo dei carabinieri, la folla si è dispersa leggermente dato che gli agenti ordinavano di rispettare il distanziamento. Ma appena i militari sono andati via, la situazione è di nuovo peggiorata poiché i servizi funzionavano molto a rilento, entravano pochissime persone, faceva freddo e i cittadini erano stanchi di aspettare in piedi per oltre 4 ore. Il tutto è peggiorato quando una donna che era da poco salita agli uffici, si è sentita male ed ha avuto bisogno di un ambulanza. I servizi si sono completamente bloccati per quasi un’ora, non entrava ne usciva più nessuno. La gente si chiedeva se fosse normale che tutti i servizi di un intero distretto sanitario si bloccassero per un primo soccorso. Nel frattempo all’esterno della struttura l’assembramento aumentava poiché oltre alle persone in lista ne arrivavano moltissime altre per prenotare visite o chiedere informazioni. La situazione era davvero insopportabile, soprattutto per i più anziani, che in molti casi sono stati allontanati senza spiegazioni, senza capire cosa fare e senza nemmeno una sedia dove potersi poggiare; alcuni di essi erano tornati all’ASL diversi giorni perché non riuscivano a mettersi in lista.

Alle ore 11.30 sono riuscita ad entrare, io che ero decima di oltre 30 persone in lista. Mi chiedo se gli altri cittadini sono riusciti nell’impresa. Mi chiedo se la direzione del distretto è a conoscenza delle condizioni in cui vessano gli assistiti e come mai nessun dirigente si è degnato di uscire sebbene i cittadini hanno più volte richiesto la loro presenza per delle spiegazioni.

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