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“Non volevo gettare l’acido, ma solo colpirle col casco”: sorelle sfregiate, ecco la difesa della zia

La donna arrestata perché accusata di aver sfregiato con l’acido le sue due nipoti ha parlato, dichiarando di essere presente all’aggressione ma di non aver lanciato alcuna sostanza.
A cura di Valerio Papadia
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Il luogo del ferimento (foto di Gaia Martignetti /Fanpage.it)
Il luogo del ferimento (foto di Gaia Martignetti /Fanpage.it)

Ha ammesso di avere partecipato al raid, ha però negato di avere spruzzato l'acido, ma per gli inquirenti avrebbe raccontato delle cose che, invece, non avevano trovato riscontro nelle indagini. Ora, la zia delle due sorelle sfregiate con l'acido a Napoli lo scorso 30 maggio, sottoposta a fermo perché accusata del delitto, è tornata a parlare agli inquirenti e ha fornito la sua versione di quanto accaduto quella sera in corso Amedeo di Savoia. Al gip, la donna, che si trova ora detenuta nel carcere femminile di Pozzuoli, ha ribadito: «Ero presente ma non ho lanciato io l'acido, volevo picchiarle col casco» ammettendo dunque di voler aggredire le sue due nipoti acquisite, ma negando di aver lanciato contro di loro alcuna sostanza corrosiva.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, che contestano alla ragazza sottoposta a fermo anche la premeditazione, i 3 scooter a bordo dei quali viaggiavano 6 persone, hanno intercettato, inseguito e fatto cadere le vittime, anche loro in sella a un motociclo; quindi sarebbe stato lanciato l'acido contro le due ragazze, che ormai erano a terra.

Una tesi che viene smentita dall'indagata, e zia delle due sorelle, la quale sostiene invece che era sua intenzione solo aggredire e picchiare le giovani per vecchi rancori di famiglia, risalenti a circa tre anni fa, e che l'acido era in possesso delle vittime, le quali, ha anche aggiunto l'indagata, secondo quanto a sua conoscenza andavano in giro con bottiglie di liquido urticante in borsa.   La difesa della 19enne sostiene che nelle immagini poste alla base del decreto di fermo emesso dalla Procura non è visibile il gesto di cui è accusata la giovane donna.

Secondo la zia le due sorelle avevano l'acido

Agli investigatori della Squadra Mobile, davanti ai quali ha parlato lo scorso martedì, accompagnata dal suo legale, l'avvocato Bernardo Scarfò, la donna ha raccontato di essere intenzionata a picchiare le due sorelle, due giovani di 23 e 17 anni, intercettate e accerchiate mentre si trovavano in scooter su corso Amedeo di Savoia, con il casco bianco che stringeva tra le mani. La donna ha raccontato, però, di aver desistito da questo intento, dal momento che era stata avvertita che le sue nipoti erano invece in possesso dell'acido.

Sui social gli insulti della zia prima del raid con l'acido

La donna arrestata, però, prima del raid con l'acido aveva pubblicato su TikTok alcuni video nei quali insultava le due ragazze. I filmati, che indicano dissapori e contrasti all'interno della famiglia, e che probabilmente sono poi culminati nell'aggressione ai danni della 23enne e della 17enne, sono stati visionati dagli inquirenti.

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