Neonata morta in culla, i medici al processo: “Aveva lividi”. La nonna: “Giocattoli lanciati dal fratellino”

Quando i medici sono arrivati nell'abitazione di Santa Maria a Vico (Caserta), quel 2 settembre 2023, la piccola Aurora Savino era già morta e sul corpo aveva lividi e ustioni. È quello che i sanitari del 118 hanno raccontato nel corso del processo che si sta tenendo alla Corte di Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e che vede imputati per omicidio i genitori della bambina, Emanuele Savino e Anna Gammella, 28 e 21 anni, che hanno anche altri due figli piccoli.
I lividi e le ustioni sul corpo della neonata
Nel corso del processo sono stati sentiti i medici del 118 e quelli dell'ambulanza di rianimazione. I sanitari hanno descritto la scena che si sono trovati davanti: la bimba ormai deceduta in una stanza e "il letto matrimoniale che era ordinato e coperto solo dal copriletto, mentre le lenzuola erano sopra l'armadio in una busta di plastica". Hanno raccontato di avere visto subito i lividi e le ustioni, e che per questo motivo hanno chiamato i carabinieri, "trattandosi di morte sospetta".
"Giocattoli lanciati dal fratellino"
Nell'udienza è stata sentita anche la madre di Anna Gammella, quindi la nonna della bambina, secondo cui a causare i lividi sarebbe stato il fratellino di Aurora, perché "erano dovuti ai giocattolini che l'altro nipotino le lanciava addosso". Versione diversa da quella precedentemente data e che spiegava i lividi come pizzicotti affettuosi data alla neonata.
La nonna ha poi detto che la figlia aveva accompagnato la neonata dal pediatra, circostanza che però è stata già smentita dai pediatri già sentiti nelle udienze precedenti. Clara Niola, legale del Clam Telefono Azzurro, parte civile nel processo, al termine dell'udienza ha detto che "pur nel rispetto del diritto di difesa, sono già emersi degli elementi incontrovertibili nel corso del dibattimento sulle lesioni sofferte da Aurora, per cui ad oggi il silenzio farebbe anche più rumore".