Cantanti neomelodici imposti alle feste, estorsioni ai negozi, in carcere uomo dei Casalesi

È stato arrestato Ivo Capone, 55 anni, ritenuto affiliato al cartello dei Casalesi: è stato condannato a oltre 5 anni di reclusione per tentata estorsione e tentata rapina, aggravati dal metodo mafioso; è stato rinchiuso nel carcere Santa Maria Capua Vetere, dove sconterà la pena residua. Dalle indagini della Squadra Mobile di Caserta è emerso che l'uomo era legato alla fazione Schiavone ed inserito nei circuiti delle estorsioni ai danni dei commercianti, che venivano imposte in vari modi: dall'obbligo di acquistare gadget pubblicitari all'imposizione di neomelodici per le feste.
Il precedente arresto nel 2009
Il precedente arresto di Capone risale al 2009, quando era finito in un blitz contro la fazione che all'epoca era guidata da Nicola Schiavone, primogenito del superboss Francesco Schiavone Sandokan ed oggi collaboratore di giustizia. In quella circostanza erano finite in manette 10 persone e per altre due erano stati disposti gli arresti domiciliari. L'indagine, coordinata dalla Dda di Napoli e condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, aveva colpito il gruppo capeggiato dal boss Gaetano Di Biase.
I neomelodici imposti dal clan agli organizzatori di feste
Ed era venuto fuori uno dei sistemi che i camorristi usavano per imporre le estorsioni: agli organizzatori di feste di piazza e alle tv locali venivano imposto cantanti neomelodici indicati dal clan, tra cui la compagna di Di Biase; il compenso delle prestazioni andava solo parzialmente all'artista: la maggior parte finiva direttamente nelle casse del clan o nelle tasche dei singoli affiliati. Inoltre, c'erano le estorsioni classiche, anche quelle mascherate: i titolari di attività commerciali dell'agro aversano erano costretti a pagare il pizzo, sia consegnando denaro, sia acquistando gadget pubblicitari, come calendari, agende, penne, accendini, a prezzi di gran lunga superiori a quelli di mercato.