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Neomelodici e camorra: compagna del boss del Parco Verde fece incidere canzone contro pentito

Il clan Sautto di Caivano avrebbe usato le canzoni neomelodiche per inviare messaggi contro pentiti e per dediche dal boss alla compagna.
A cura di Nico Falco
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I carabinieri nel Parco Verde di Caivano
I carabinieri nel Parco Verde di Caivano

Sonia Brancaccio, tra le 25 persone finite in carcere nell'ultimo blitz contro il sistema droga del Parco Verde di Caivano, che sarebbe subentrata nella gestione del clan dopo l'arresto del compagno, il boss Gennaro Sautto, avrebbe commissionato delle canzoni neomelodiche per lanciare messaggi legati al clan: una contro un collaboratore di giustizia, l'altra invece il cui video era stato registrato nella sua abitazione e che conterrebbe la voce registrata del boss detenuto.

Canzoni neomelodiche contro il pentito di camorra

Nel blitz del 14 dicembre, condotto dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, sono complessivamente 33 le misure cautelari notificate a persone ritenute inquadrate, a vari livelli, nel clan Sautto-Ciccarelli, considerato egemone nel complesso di caseggiati popolari della provincia di Napoli e attivo non solo nello smercio di droga al dettaglio ma anche come fornitore di stupefacenti per altri gruppi criminali.

La Brancaccio è stata indicata come ai vertici del clan da diversi collaboratori di giustizia. Secondo i pentiti avrebbe fatto incidere una canzone contro Vincenzo Iuorio, ex capopiazza e uomo di fiducia di Nicola Sautto poi pentitosi, intitolata "Me chiammave frate", ovvero "mi chiamavi fratello", in cui si può anche sentire la voce della donna.

La canzone dedicata dal boss detenuto

La donna avrebbe fatto incidere anche una seconda canzone neomelodica, intitolata "Si ‘a Regina Mia", interpretata dal cantante neomelodico Anthony, piuttosto noto nel napoletano. La storia raccontata è quella di un detenuto che si rammarica per non essere vicino alla compagna.

Il videoclip sarebbe stato girato proprio nell'abitazione della donna e la voce registrata che si sente ad un certo punto nella canzone sarebbe quella di Gennaro Sautto, che all'epoca della registrazione era già in carcere.

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