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“Nella Terra dei Fuochi più casi di tumore, possibile nesso coi rifiuti”, lo studio dell’Iss

Nei Comuni del circondario di Napoli Nord, dove ricade la Terra dei Fuochi, c’è una maggiore incidenza di patologie che tra i fattori di rischio hanno l’esposizione a rifiuti o alla combustione di essi. I dati sono contenuti nel report della collaborazione tra Iss e Procura di Napoli Nord ed evidenziano “un possibile ruolo causale e/o concausale dei siti di rifiuti nell’insorgenza di queste malattie”.
A cura di Nico Falco
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Nei comuni "maggiormente impattati da siti di rifiuti", ovvero quelli che si trovano nei pressi di discariche, abusive o meno, o dove arrivano i fumi delle combustioni, "è emerso un maggior rischio per alcune patologie". È quanto emerge dal lavoro che vede la collaborazione tra Procura di Napoli Nord e Iss (Istituto Superiore di Sanità) sulla base del protocollo siglato nel 2016 per lo scambio di dati e informazioni sulla sorveglianza epidemiologica nel circondario di Napoli Nord, area che dove ricade la cosiddetta "Terra dei Fuochi". Le patologie prese in esame sono quelle per cui l'esposizione a rifiuti e contaminanti è riconosciuta tra i fattori di rischio, quindi i dati suggeriscono fortemente che potrebbe esserci un nesso tra la situazione ambientale di quei territori e la maggiore incidenza di un particolare tipo di malattie.

"Questi risultati – si legge nella nota del Tribunale relativa al report, presentato oggi, 10 febbraio – evidenziano nel complesso un possibile ruolo causale e/o concausale dei siti di rifiuti, in particolare quelli incontrollati e illegali di rifiuti pericolosi, comprese le combustioni, nell’insorgenza di queste malattie. Aver focalizzato le analisi a specifiche patologie che riconoscono tra i fattori di rischio l’esposizione ai rifiuti e/o a contaminanti da essi rilasciati, le cosiddette patologie a priori, rende più confidenti nel possibile ruolo causale o concausale delle esposizioni in studio".

I risultati, si legge ancora nel report presentato oggi, indicano che:

– “la mortalità e l’incidenza per tumore della mammella è significativamente maggiore tra le donne dei comuni inclusi nella terza e quarta classe dell’indicatore di esposizione a rifiuti (livello di rischio da rifiuti maggiore) rispetto ai comuni della prima classe, meno impattati dai rifiuti;

– l’ospedalizzazione per asma nella popolazione generale è significativamente più elevata, sia negli uomini che nelle donne, nei comuni maggiormente impattati dai rifiuti (terza e quarta classe dell’indicatore comunale di esposizione a rifiuti);

– la prevalenza dei nati pretermine è significativamente più elevata nei comuni della seconda, terza e quarta classe dell’indicatore, rispetto alla prima;

– la prevalenza di Malformazioni Congenite (MC), nel loro complesso, è significativamente più elevata nei comuni della Classe 4 dell’indicatore IRC (più impattati da rifiuti), rispetto alla prima. Nei comuni della classe 4 di IRC è maggiore anche la prevalenza delle MC dell’apparato urinario;

– nella popolazione della classe di età tra 0 e 19 anni, l’incidenza di leucemie e i ricoverati per asma aumentano significativamente passando dai comuni della Classe 1 a quelli delle Classi successive di IRC, con il rischio maggiore nei comuni della Classe 4 (la più impattata dai rifiuti)”.

Quali sono i comuni più a rischio in Campania

Lo studio ha esaminato i dati di 38 comuni in termini di impatto ambientale dovuto alla presenza di siti di rifiuti, come discariche legali o abusive, e all'esposizione ai fumi tossici derivanti dalle combustioni. Il territorio si riferisce a una superficie totale di 426 chilometri quadrati e ci sono 2.767 siti di smaltimento (controllati o abusivi), in 653 di questi risulta che avvengano combustioni illegali.

Nei comuni, si è stimato, 354.845 abitanti (il 37% della popolazione) abitano entro 100 metri di almeno un sito (ma spesso più di uno) e quindi sono soggetti a esposizioni pericolose provenienti da più fonti. "Si tratta palesemente di una elevatissima densità di sorgenti di emissioni e rilasci di composti chimici pericolosi per la salute umana – si legge – seppure il fenomeno sembra essere diffuso nell’intera area, le popolazioni residenti in alcuni comuni esperiscono un rischio maggiore di esposizione ai contaminanti emessi/rilasciati da siti di smaltimento di rifiuti”.

Secondo la classificazione (Irc) dell'Istituto Superiore di Sanità, o comuni della Classe 4, ovvero quelli più a rischio, sono Caivano e Giugliano in Campania, entrambi in provincia di Napoli. Nella Classe 3 ci sono Cardito, Casoria, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli e Villaricca, anche questi nell'area metropolitana di Napoli. In seconda classe, Classe 2, ci sono Aversa, Casal di Principe, Casaluce, Gricignano di Aversa, Lusciano, Orta di Atella e Sant'Arpino, per la provincia di Caserta, e Afragola, Casandrino, Crispano e Qualiano per la provincia di Napoli.

I comuni a minore rischio, assegnati alla Classe 1, sono: Carinaro, Cesa, Frignano, Parete, San Cipriano d'Aversa, San Marcellino, Succivo, Teverola, Trentola-Ducenta, Villa di Briano, Villa Literno, Casapesenna (Caserta) e Arzano, Calvizzano, Casavatore, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Marano di Napoli e Sant'Antimo (Napoli).

"I risultati dell'indagine – conclude la nota – seppur non conclusivi, evidenziano l’urgenza di specifici interventi: bloccare qualsiasi attività illecita e non controllata di smaltimento di rifiuti, bonificare i siti con rifiuti e le aree limitrofe che possono essere state interessate dai contaminanti rilasciati da questi siti; incentivare un ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti, attualmente già attivo in alcune aree della Regione Campania; attivare un piano di sorveglianza epidemiologica permanente delle popolazioni; implementare interventi di sanità pubblica in termini di prevenzione-diagnosi-terapia ed assistenza”.

Ruotolo: "Emergenza ambientale è anche sanitaria, fate presto"

"Noi che l'abbiamo raccontata la Terra dei Fuochi l'abbiamo sempre saputo – commenta il senatore Sandro Ruotolo – i rifiuti smaltiti illegalmente, interrati o bruciati in superficie, uccidevano donne e bambini, uomini e vecchi. Bastava sentire il puzzo delle discariche, vedere la terra violentata. Bastava girare nei cimiteri e leggere sulle lapide le età dei morti così innaturali. Adesso aspettiamo i fatti. Bisogna affrontare l’emergenza ambientale che è anche emergenza sanitaria. E lo diciamo ora che siamo in piena pandemia da COVID-19. Fate presto!"

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