video suggerito
video suggerito
Elezioni Regionali 2025

Nella giunta regionale di Fico De Luca vuole imporre Bonavitacola: trattative in stallo

È sul fedelissimo di Vincenzo De Luca che si impantana la trattativa per la giunta Fico in Regione Campania. Senza l’accordo a rischio il patto interno nel Pd.
1 CONDIVISIONI
Roberto Fico, Fulvio Bonavitacola, Vincenzo De Luca
Roberto Fico, Fulvio Bonavitacola, Vincenzo De Luca
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

«Take it or leave it» è una strategia di trattativa vecchia come il cucco. Significa: «O accetti questa proposta o la trattativa finisce qui, non ce ne sono altre». Può essere sfoderata da coloro che sanno di avere un potere negoziale pressoché assoluto o da chi tenta il bluff, per simulare un potere negoziale che in realtà non ha. Il senso politico di questo lunedì di consultazioni, alla ricerca di una quadra per varare la giunta regionale della Campania guidata da Roberto Fico, sta tutto qui: capire quanto potere di negoziazione abbia l'area che si riconosce nel precedente inquilino della Regione, Vincenzo De Luca. Un'area che alle elezioni di un mese fa ha incassato l'8,34%, eleggendo 4 consiglieri nella lista civica "A testa alta".

I deluchiani, secondo una ripartizione che tiene conto del peso assunto grazie al risultato elettorale, devono avere due assessori (sono la terza forza politica per numero di voti). Ma possono decidere anche chi dovrà essere nominato assessore e pure con quali deleghe?  Oggi, quando i consiglieri Luca Cascone e Gennaro Oliviero sono saliti al terzo piano di Palazzo Santa Lucia per discutere con Fico, un confronto durato manco mezz'ora, hanno fatto un solo nome: Fulvio Bonavitacola, l'ex vicepresidente della giunta De Luca, per un decennio cinghia di trasmissione del potere del politico salernitano. Vogliono lui e lo vogliono alle Attività Produttive, il resto può attendere. «Salerno ha chiesto solo Fulvio»: la sintesi, brutale ma efficace, di un deluchiano fuori Santa Lucia.

Su Bonavitacola al momento è impantanato l'intero disegno politico che dovrebbe dar vita alla squadra regionale entro il 29 dicembre (è la speranza di Fico). Il Partito Democratico è l'ultimo a scendere dagli uffici di Fico, quando sono passate le 18. Ci sono presidente e segretario regionale, Teresa Armato e Piero De Luca; poco prima davanti al Palazzo-cantiere della Regione si trovava a passare anche Nello Mastursi, uomo-ombra dello ‘sceriffo'.

De Luca jr e Armato giurano di non aver fatto nomi ma solo parlato di quanto sarà riconosciuto al Pd: «Tre assessori di cui uno vicepresidente». I nomi Dem sono Mario Casillo vicepresidente con delega ai Trasporti, Enzo Cuomo, sindaco di Portici e una donna che potrebbe essere Roberta Santaniello, Dem irpina e superdirigente nella Regione di De Luca.

Ma se i fedelissimi del salernitano insistono per Bonavitacola, Marco Sarracino, deputato orlandiano (una delle gambe dell'area Schlein), fra i teorici del "ricambio" e del superamento del deluchismo in Campania, è pronto a far saltare il tavolo. Il suo è uno dei nomi che potrebbe essere tranquillamente in lizza per la vicepresidenza della giunta al posto di Casillo. Questo lo si sa da giorni e il motivo della tensione è molto chiaro: con lui in giunta c'è De Luca in giunta, al netto di deleghe o spazi di manovra.

L'ex vicepresidente non piace nemmeno all'area intorno al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che col governatore uscente e i suoi maggiorenti ha avuto i suoi scontri. A Napoli ci sono grandi progetti come Bagnoli (inteso come bonifica, riqualificazione immobiliare e America's Cup di vela) e il governatore uscente ha già annunciato di voler battagliare e mettere i bastoni nelle ruote a Manfredi su tutta questa partita.

Dunque delle due l'una: su questo nodo o il Pd riesce a risolvere o toccherà a Fico mettere un veto, visto che pure lui giudica i dieci anni di Regione un tempo ragionevolmente lungo per cui Bonavitacola può andare anche a fare altro nella vita. «Noi parteciperemo al governo della Campania con una squadra forte e di qualità» dicono De Luca jr e Armato prima di infilarsi nelle auto e andar via.

Il resto del quadro è abbastanza definito, tranne alcune sfumature. Per Alleanza Verdi e Sinistra sarà assessora la Verde Fiorella Zabatta (Agricoltura) che ieri è salita da Fico insieme a Tonino Scala, segretario Regionale di Sinistra Italiana. A questi ultimi andrà una casella nel rimpasto al Comune di Napoli con l'ex consigliere comunale Pietro Rinaldi.

A Casa Riformista, il partito di Renzi alle elezioni, la proposta di Armando Cesaro, coordinatore regionale di Italia Viva è Tommaso Pellegrino. Fico però ha chiesto donne a tutte le forze politiche e c'è il nome di Angelica Saggese. Ma anche l'ex parlamentare Mimmo Tuccillo ha chances.

Salvatore Micillo, responsabile del M5S in Campania è salito al terzo piano di Palazzo Santa Lucia e potrebbe rimanerci come assessore, visto anche come si è speso in campagna elettorale; l'altra opzione è la coordinatrice napoletana dei pentastellati Gilda Sportiello ma è parlamentare e dovrebbe lasciare Roma. Per la lista civica Fico Presidente salgono i tre consiglieri eletti, Nino Simeone, Davide D'Errico, Giovanni Maria Cuofano. «Allineati» con Fico, così si definiscono. E potrebbero non avere riconoscimento in giunta.

I socialisti hanno proposto il segretario nazionale Enzo Maraio oppure Michele Tarantino, segretario Psi in Campania. Il primo ad entrare stamattina alle 9.30 ma al tempo stesso il più imperscrutabile è il sindaco di Benevento Clemente Mastella. Al termine della riunione con Fico cui hanno preso parte Pasquale Giuditta ed il neo consigliere Giuseppe Barra comunica coram populo «avremo un assessore». Tra i candidati in giunta di Mastella c'è proprio Giuditta, ex parlamentare nonché suo cognato.  E la donna? C'è – dice -. Ma non dice chi.

In quanti giorni sono state varate le giunte regionali in Campania?

Ora tocca solo contare: siamo all'antivigilia di Natale e supplementi di consultazione potranno avvenire soltanto telefonicamente. Al primo Bassolino e all'ultimo De Luca ci vollero solo 7 giorni per render nota la propria giunta, Nel 2005, con Bassolino presidente bis, servì un mese e mezzo prima di avere la quadra. Stefano Caldoro pure ci mise quasi un mese.

Immagine
1 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views