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Trasporto pubblico a Napoli

Napoli, motociclista contromano taglia strada a bus Anm, ma non ci riesce e devasta mezzo a calci

Un motociclista che percorreva contromano via Giordano Bruno alla Riviera di Chiaia ha cercato di tagliare la strada al bus 140 col motorino. Indispettito per non esserci riuscito ha inseguito il mezzo fino alla fermata successiva, tempestandolo poi di calci e pugni e spaventando a morte i passeggeri a bordo, costretti a fuggire. L’autista aggredito ha sporto denuncia alla Polizia. Refertato all’Ospedale San Paolo.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Cerca di tagliare la strada al bus col motorino, mentre percorre contromano via Giordano Bruno alla Riviera di Chiaia. Ma non ci riesce e, allora, lo insegue fino alla fermata successiva, tempestando poi di calci e pugni il mezzo dell’Anm e spaventando a morte i passeggeri che erano a bordo, costretti a fuggire. È accaduto nel tardo pomeriggio di ieri, attorno alle 18,40. Il bus della Linea 140 Anm stava percorrendo la strada del Lungomare quando si è trovato di faccia il motorino che procedeva contro senso. A raccontare l’episodio Marco Sansone, sindacalista USB: “L’autista per fortuna è riuscito a mantenere il sangue freddo e a mettere in salvo tutti i passeggeri”. Sporta denuncia alla Polizia di Stato. L’autista Anm è stato poi refertato all’Ospedale San Paolo di Fuorigrotta con 2 giorni di prognosi.

L’aggressione per motivi di viabilità

Non si fermano le aggressioni ai danni degli autisti dell'Anm. Ieri sera, spiega Marco Sansone, “intorno alle 18,40, un operatore d'esercizio in servizio sulla linea 140 è stato aggredito da un centauro per futili motivi legati alla viabilità. L'aggressore, a bordo di un motorino, procedeva contromano nella corsia di Via Giordano Bruno alla Riviera di Chiaia e pretendeva che l'autobus, in arrivo sulla fermata del suo senso di marcia, gli concedesse la precedenza. Indispettito per non essere riuscito a bloccare immediatamente l'autobus, lo rincorreva, raggiungendolo alla fermata successiva. A quel punto, fermava il motorino su cui viaggiava davanti al bus per impedirne la ripartenza e si avventava con calci e pugni sulla porta anteriore, tentando, per fortuna inutilmente, di salire a bordo ed aggredire fisicamente l'autista”.

I passeggeri sono fuggiti terrorizzati

“I passeggeri, terrorizzati – prosegue Sansone – scappavano dalle porte ancora aperte dell'autobus, ma le loro urla mettevano in fuga l'aggressore. Con grande professionalità e sangue freddo, il conducente dell'autobus, dopo essersi assicurato che i viaggiatori stessero bene, e solo dopo averli tranquillizzati, richiudeva le porte e riprendeva la corsa, ma riusciva a segnarsi il numero di targa del motorino su cui si allontanava l'aggressore. Raggiunto l'attestamento di Capo Posillipo, altamente provato ed impossibilitato a continuare il servizio, l'autista chiamava le forze dell'ordine, denunciava quanto accaduto e lasciava il servizio per recarsi al vicino ospedale S. Paolo per farsi refertare”.

“È incredibile – commenta Marco Sansone del Coordinamento Regionale Usb Lavoro Privato – come possa esserci ancora qualcuno che pensa di manifestare la sua violenza e prepotenza in modo così palese. L'ennesima aggressione in piena serata – continua Sansone – con l'autobus zeppo di viaggiatori che tornavano a casa ed in pieno centro cittadino, un uomo si è arrogato il diritto di bloccare un mezzo pubblico e minacciare di aggredire fisicamente il conducente, scagliando pugni e calci sulla porta anteriore del bus, che per fortuna era chiusa come da normative anti-covid onde evitare la salita e la discesa viaggiatori”.

“Diversamente – conclude il sindacalista –  avremmo assistito all'ennesima aggressione fisica ai danni di un lavoratore dell'ANM. Voglio esprimere la mia personale solidarietà all'autista- conclude Sansone – e fargli i complimenti per il modo professionale con cui ha tenuto i nervi saldi fino al completamento della corsa, e soprattutto per aver tranquillizzato i terrorizzati viaggiatori. Auspichiamo che le forze dell'ordine rintraccino il malfattore, sarebbe un deterrente verso chi pensa che si possa aggredire chi svolge il proprio lavoro e restare impuniti”.

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