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I magliari delle live TikTok: vendita di abiti e accessori da casa o nel negozio chiuso ai clienti. Senza pagare tasse

I magliari di TikTok: commercio abusivo di abiti e accessori a Napoli con live da casa o a serranda abbassata. E così vendono ma senza pagare tasse.
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La serranda si abbassa alle ore 18 ed è strano per un negozio di abbigliamento. Ma siamo in una zona di periferia a Napoli: se è una «giornata no» ci sta che il titolare o la titolare chiuda i battenti un po' prima. Ma dietro la serranda, nel negozio, le luci sono accese. E il lavoro non è per nulla finito. O meglio, è finito quello coi clienti che entrano, rovistano, chiedono, provano e poi magari non comprano niente.  Sta incominciando un altro lavoro. Si spengono i faretti degli scaffali, si accende la ring light che ormai tutti conosciamo: è la luce usata per chi usa lo smartphone per i video sui social network. Basta un buon wi-fi, un account TikTok. Si ‘tappa' sul tasto rosso della trasmissione live e inizia il teatro.

Stiamo parlando della vendita a mezzo video social di oggettistica e abbigliamento, un fenomeno che nel corso degli ultimi anni è cresciuto in maniera vertiginosa in Italia e che ora a Napoli mostra gli effetti: ci sono negozi che preferiscono dedicare più ore di lavoro alle dirette in live Tiktok che al rapporto faccia a faccia coi clienti. E c'è il fenomeno delle vendite da casa con consegna a domicilio in città.  Cosa c'è di strano, di singolare, di anomalo? È tutto fuorilegge, aggira la fiscalità nell'acquisto all'ingrosso e nella vendita al dettaglio. Nessuno saprà chi compra e chi vende. Tanto meno l'Agenzia per le entrate.

I magliari di TikTok li ha definiti qualcuno: abiti e accessori venduti con live TikTok in casa e nei negozi in spregio d'ogni regola. C'è un account partenopeo sul social cinese della Bytedance che ha una missione: stanare, live dopo live, gli abusivi del settore abbigliamento a Napoli:  «Mettetevi in regola e pagate le tasse come chi lo fa».

Contattato da Fanpage.it, chi gestisce l'account «anti commercianti abusivi» spiega:

Parliamo soprattutto di vendita d'abbigliamento: queste persone si recano presso i fornitori cinesi e senza alcun tipo di documento o partita Iva né tantomeno fattura o altro vendono nelle case. Fino a quando erano poche era gestibile.

Ma ormai chiunque si reca in questi capannoni cinesi e vendono a tutti, a discapito di chi ha un negozio e regolarmente ci paga le tasse. Negli ultimi tre mesi questo fenomeno è cresciuto a dismisura sopratutto aiutate dalle live su Tiktok

Già siamo in ginocchio a causa di colossi  Shein e Temu ora stanno distruggendo tutto.

Il giochino del Livestream shopping fatto in casa potrebbe terminare con la decisione di Tiktok di estendere la sua funzione di vendita diretta, TikTok Shop negli Stati Uniti e forse a breve anche in Europa. Nel frattempo però le bancarelle virtuali proliferano.

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