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Napoli, in migliaia a piazza Garibaldi per la fine del Ramadan: preghiere anche per l’Ucraina

Preghiere anche per l’Ucraina e per la fine della guerra alla festa per la fine del Ramadan in piazza Garibaldi a Napoli.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Migliaia di fedeli di religione islamica si sono radunati questa mattina in piazza Garibaldi, a Napoli, per festeggiare la fine del Ramadan. Si tratta della Festa della Rottura (Id al fitr), che segna l'interruzione dei 30 giorni di digiuno per il Ramadan, ricorrenza annuale importantissima per i musulmani, per i quali è considerata uno dei Cinque Pilastri dell'Islam. In piazza anche pensieri per l'Ucraina e contro la guerra. I fedeli sono tornati a festeggiare all'aperto dopo due anni di stop a causa delle norme anti-contagio per la pandemia del Coronavirus, che proibivano gli assembramenti. Divieti che sono caduti con la fine dello stato di emergenza per il Covid19, avvenuta il 31 marzo scorso.

Preghiere per l'Ucraina e contro la guerra

Tradizionalmente la festa più grande si tiene in piazza Garibaldi, zona dove si trova anche una delle maggiori moschee di Napoli. Nella piazza si sono tenute nel corso della giornata due celebrazioni. Gli Imam che hanno condotto la preghiera, hanno chiesto, tra le altre cose, anche di pregare per l’Ucraina e per l’immediata cessazione delle ostilità con la Russia. La cerimonia prevede che al termine della preghiera, la comunità musulmana napoletana si riunisca per festeggiare la fine del periodo di astinenza, con banchetti nei quali vengono servite le pietanze della tradizione.

"Auguri alle nostre sorelle e fratelli musulmani – scrive su Facebook UNITI Campania – Unione Italiana Immigrati – che oggi, dopo trenta giorni di digiuno dall’alba al tramonto, festeggiano l’Eid Al Fitr, la festa di fine Ramadan. L’augurio più forte che sentiamo di fare in questo momento è quello che tutti i governi dei popoli, dal cuore dell’Europa, dalla Ucraina alla Russia, dall’Africa fino ai Paesi dell’Oltreoceano, possano ristabilire un nuovo dialogo in nome del rispetto e della fratellanza. La guerra è generatrice di terrore e morte, di orrori e di atrocità. È necessario ristabilire, con la partecipazione ed il coraggio di tutti i protagonisti della storia di oggi, l’ordine di un mondo più umano che possa convivere senza mai più rinunciare all’umanità e alla pace".

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