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Morto di Covid l’artista Luigi Mazzella, autore dell’obelisco in piazza Fuga dedicato a Ennio Tomai

Lutto nel mondo dell’arte napoletana. L’opera più rappresentativa di Luigi Mazzella è appunto “Omaggio all’artista Ennio Tomai”, artista abruzzese trapiantato a Napoli che fu il maestro di Mazzella, una sorta di obelisco che sorge in piazza Fuga, al Vomero, davanti all’ingresso della Funicolare Centrale.
A cura di Valerio Papadia
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La scultura di Luigi Mazzella in piazza Fuga a Napoli
La scultura di Luigi Mazzella in piazza Fuga a Napoli

Il mondo dell'arte napoletana è in lutto per la morte dello scultore Luigi Mazzella, deceduto nelle scorse ore a causa del Coronavirus: aveva 86 anni. Molto conosciuto nella sua città, l'opera più rappresentativa di Mazzella rimane la scultura, una sorta di obelisco, che sorge in piazza Fuga, al Vomero, quartiere collinare di Napoli, denominata "Omaggio all'artista Ennio Tomai", scultore abruzzese trapiantato a Napoli che fu il maestro di Mazzella. "Scultore nato messaggero di una creatività vulcanica. Una intera vita dedicata alla scultura, hai lasciato il silenzio che ci appaga nel tuo eterno riposo. Riposa in pace. Tuo Mariano" ha scritto il figlio su Facebook.

Anche il consigliere comunale Mario Coppeto, ex presidente della V Muncipalità di Napoli (Vomero, Arenella) ha espresso su Facebook cordoglio per la morte di Mazzella: "Una triste notizia. Luigi Mazzella ci ha lasciati. Un Artista, scultore, pittore, amante del Bello e per me un grande Amico. Il Covid non da tregua e Luigi, nonostante le premure della famiglia, non è riuscito ad evitarlo. Lascia un grande vuoto nella comunità dell'Arte. La mia vicinanza ai figli Laura, Mariano e l'adorata moglie Rosa Maria. Martedì prossimo 23 febbraio ricorderò la sua figura in Consiglio Comunale. Che la Terra ti sia lieve, caro Luigi".

L'opera di Mazzella al Vomero sorge, come detto, in piazza Fuga, all'ingresso della stazione della Funicolare Centrale. Si tratta di una scultura in bronzo, alta 5 metri, che fu inaugurata il 14 dicembre del 2016. La scultura rappresenta l'incontro, nel pensiero dell'autore, tra l'arte naturalistica di Tomai e quella informale di Mazzella.

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