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Caivano, la morte di Maria Paola Gaglione

Morte di Paola, la famiglia: “Il fratello non voleva ucciderla, ha provato a rianimarla”

La famiglia di Maria Paola Gaglione, la 18enne rimasta uccisa durante un inseguimento da parte del fratello, contrario alla sua relazione con un uomo trans, non crede alla volontà di ucciderla, ma solo che “volesse darle una lezione”. Lo ha raccontato don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano che quest’oggi si è recato dalla famiglia della giovane.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Non voleva ucciderla, ma anzi avrebbe provato anche a rianimarla. Questa la versione della famiglia di Maria Paola Gaglione, la giovane vittima dell'incidente stradale di venerdì sera a Caivano, mentre era a bordo di una moto con il compagno Ciro. A causare l'incidente sarebbe stato il fratello, che li avrebbe inseguiti perché non accettava la relazione tra la sorella e il 22enne uomo trans con cui stava andando in quel momento nella vicina Acerra.

A spiegarlo a Fanpage.it è don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano molto conosciuto anche per il suo attivismo contro l'illegalità e la Terra dei Fuochi, che questa mattina si è recato a casa della famiglia di Maria Paola Gaglione, che lui stesso conosceva bene. "Ho battezzato sia lei che il fratello Michele, che ho anche sposato qualche anno fa", ha raccontato ai tanti cronisti presenti sul posto, "la famiglia non crede che volesse davvero uccidere la sorella, anzi. Mi hanno spiegato che non ha speronato la moto, ma stava inseguendo il motorino con Paola e Ciro perché voleva convincere la sorella a tornare a casa". Poi, per cause ancora da accertare, è avvenuta la caduta. Ma il giovane "dopo l'incidente non è scappato via, ma ha provato a rianimarla", spiega ancora don Patriciello, che ha poi aggiunto: "Penso che lui non fosse comunque preparato culturalmente a vivere questo tipo di relazione della sorella", ha spiegato don Maurizio Patriciello, che conosceva anche il compagno di Maria Paola, il 22enne Ciro Migliore. "Non sapevo della loro relazione, ma sapevo della scelta di Ciro, che rispetto", ha spiegato il parroco, "adesso però è necessario stare calmi ed attendere che le indagini facciano il proprio corso".

Sui social, intanto, si sono scatenate le polemiche: c'è chi accusa deliberatamente il fratello di Maria Paola di aver cercato di uccidere entrambi, e chi invece lo difende. Versione, quest'ultima, condivisa da amici e familiari della vittima stessa, come raccontato da don Maurizio Patriciello. Ad alzare il tiro è stata invece la madre di Ciro, che in un post su Facebook si è scagliato contro il fratello della ragazza, parlando deliberatamente di una "trappola per uccidere entrambi", e spiegando che già in passato "lo avevano sempre minacciato di morte". Al momento, il fratello di Maria Paola è stato fermato con l'accusa di morte in conseguenza di altro reato e violenza privata, ma nelle prossime ore il capo d'accusa potrebbe cambiare in omicidio preterintenzionale.

Ha collaborato Gaia Martignetti.

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