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Femminicidio di Martina Carbonaro

Martina Carbonaro uccisa dall’ex, agonia fino a un’ora. La 14enne colpita 4 volte alla testa: l’autopsia

L’autopsia ha chiarito che Alessio Tucci ha ucciso la ex, Martina Carbonaro, con quattro colpi alla testa, sferrati con un sasso; impossibile determinare il momento della morte.
A cura di Nico Falco
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Martina Carbonaro
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Pochi secondi, pochi minuti, forse un'ora: impossibile stabilire quanto sia durata l'agonia di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa dall'ex fidanzato ad Afragola (Napoli). Quello su cui però l'autopsia ha fatto chiarezza è stato il numero di colpi: la ragazzina è stata ammazzata con quattro sassate, tra nuca e volto. La consulenza medico legale è stata firmata dalla dottoressa Raffaella Salvarezza, dirigente dell'Asl Napoli Nord, nominata dal pm Della Valle della Procura di Napoli Nord; l'esame era stato disposto per fare chiarezza sulla dinamica dell'omicidio e capire se, con un soccorso tempestivo, sarebbe stato possibile salvare la giovanissima vittima.

Il femminicidio di Martina Carbonaro ad Afragola

La ragazza era scomparsa nella serata del 26 maggio. Il corpo è stato trovato a mezzanotte del 28 maggio scorso in un casolare abbandonato adiacente allo stadio Moccia di Afragola: era nascosto nella ex casa del custode, sepolto in un armadio e coperto da materiali di risulta.

Dopo il rinvenimento l'ex fidanzato, Alessio Tucci, 19 anni, che nelle ore precedenti aveva anche partecipato alle ricerche insieme alla famiglia della ragazza, è crollato: ha ammesso di averla uccisa lui, con la pietra che è stata ritrovata, sporca di sangue, nella stessa struttura. Il motivo era stato il rifiuto di riallacciare la relazione sentimentale che si era interrotta dopo due anni.

Tucci è ora in carcere. Per la chiusura delle indagini (coordinate dalla Procura di Napoli Nord e affidate alla Squadra Mobile della Questura di Napoli) si attende l'esito degli accertamenti disposti sui telefonini sequestrati, tra cui ci sono quello del 19enne e quelli della sua famiglia.

L'autopsia: quattro colpi alla testa

Dall'autopsia è emerso che la ragazza è stata colpita quattro volte alla testa. Un primo colpo alla nuca, lato destro, e questo potrebbe essere successo quando ha rifiutato l'abbraccio o il bacio da parte di Tucci e si è voltata; subito dopo gli altri colpi, anche sul lato sinistro, e uno frontale, presumibilmente l'ultimo, che potrebbe indicare che la 14enne è caduta a terra, sulla schiena.

È stato inoltre chiarito che Martina Carbonaro non è morta subito, col primo colpo, ma non è stato possibile stabilire con precisione il momento del decesso: il medico ha individuato un intervallo da pochi minuti a un'ora dopo il trauma subìto.

Iazzetta: "Martina è stata dimenticata. Meloni faccia ad Afragola come a Caivano"

Un piano di interventi ad Afragola come è stato fatto per Caivano, per far sì che la città sia "laboratorio per avviare e sperimentare contro la violenza di genere". È quello che chiede il consigliere comunale Antonio Iazzetta in una lettera appello indirizzata al premier Giorgia Meloni, a 100 giorni dal funerale della 14enne: "il dramma di Martina non può essere archiviato senza avviare un reale e concreto cambio di passo. Come purtroppo è capitato in tante, troppe, altre occasioni".

Nella lettera, Iazzetta ricorda la vicenda delle due cuginette di Caivano di 9 e 10 anni stuprate da due gruppi di giovanissimi e la conseguente decisione del Governo di "puntare su Caivano, facendola diventare, nelle intenzioni, un laboratorio per le tante periferie d’Italia"; "Afragola – dice il consigliere – ha gli stessi problemi socio economici ha anche un rione ghetto che meriterebbe attenzione, come e più del Parco Verde: le Salicelle".

Richiamando le parole del cardinale Mimmo Battaglia, che in occasione dei funerali della 14enne aveva detto che "un no deve essere un diritto e una condanna", Iazzetta cita alcune delle iniziative da cui si potrebbe partire: un centro antiviolenza dedicato a Martina Carbonaro nella casa dove è stata uccisa, "apertura della Casa per donne vittime di violenza nella Masseria Ferraioli nella struttura già ristrutturata e disponibile a tal fine nel bene confiscato più grande dell’area metropolitana di Napoli; iniziative permanenti nelle scuole cittadine per diffondere la cultura del rispetto reciproco e contrastare la violenza di genere; dipingere di rosso la panchina del Corso Garibaldi divenuta ‘famosa’ per il video delle registrazioni che ha ‘raccontato’ le ultime ore di vita di Martina".

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