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Marco Messina crea l’opera sonora Nuova Repubblica Napoletana: contro il patriarcato, per le donne

Marco Messina, membro dei 99 Posse e docente all’Accademia di Belle Arti ha creato l’opera “Nuova Repubblica Napoletana” mescolando tradizione e contemporaneità.
A cura di Redazione Napoli
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Marco Messina
Marco Messina

Dall'8 aprile scorso nell’Ipogeo del Complesso museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco è visitabile l'installazione sonora "Nuova Repubblica Napoletana" creata appositamente realizzata ad hoc dall’artista Marco Messina, a cura di Maria Teresa Annarumma con al consulenza tecnica del professore e ingegnere del suono Alberto Geatti e prodotta da Opera Pia Purgatorio ad Arco onlus. Un'opera che si inserisce nel progetto “Comizi di donne”, ispirato a Pier Paolo Pasolini a 100 anni dalla sua nascita e che nasce con l'idea, appunto, di pensare a una nuova Napoli, a un rinnovamento che parte dalle radici per contaminarsi con al contemporaneità.

Lo spiega bene Messina, componente storico dei 99 Posse e docente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, che parlando dell'opera specifica che "parla di una città che mantiene le sue radici ma, aprendosi alle influenze della contemporaneità, cerca di rinnovarsi mantenendo uno sguardo critico sul passato e sul presente". Il punto di partenza sono le donne, vittime ancora dell'ineguaglianza sociale e culturale. Uno dei punti di partenza di Messina è stata La Gatta Cenerentola del Maestro Roberto De Simone con la musica degli ‘E Zezi, ultima opera, spiega il musicista, in cui tradizione e contemporaneo si sono fusi, traslando "verso le storie dei lavoratori delle fabbriche, quelle che erano le canzoni popolari dalla tradizione agricola".

L'opera quindi vuole costruire una nuova Repubblica in cui il patriarcato non sia più centrale: "Il mio lavoro vuole essere un manifesto che rende le donne protagoniste di questa necessaria rivoluzione culturale e sociale, senza nessuna melanconia per il passato, ma usando la storia come mezzo per costruire questo nuovo mondo". L'opera dura quattro ore ed è stata creata con la collaborazione di un gruppo di studenti del corso di Fotografia e Cinema dell’ateneo. "Dai canti popolari fino ad arrivare alle esortazioni di Marx ed Engels, Messina costruisce un’opera che si presenta come un manifesto creato per la Nuova Repubblica di Napoli: la repubblica delle donne e delle loro storie, vivide e in cerca di ascolto" scrive Maria Teresa Annarumma presentando l'opera.

La sound installation di Marco Messina – prosegue Annarumma – oltre ad avere una forza narrativa sua, ci aiuta anche come punto di svolta per il nostro programma, perché ci trasporta dalle considerazioni sui principi del lavoro di Pasolini verso il presente delle donne, le nostre protagoniste, coloro che sono ancora sotto il peso di diseguaglianze sociali, in una società ancora fortemente basata sullo sfruttamento del lavoro femminile e su modelli patriarcali. Una società oppressiva verso le donne, proprio come era oppressiva verso la classe lavoratrice ai tempi di Pasolini. Forse il mondo è cambiato, ma le diseguaglianze sono diventate ancora più evidenti e con una forza acceleratrice feroce, così come ricchezza e potere sono sempre più concentrate nelle mani di pochi, mentre i poveri sono sempre più lasciati alla deriva.

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