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Maddaloni, nella cava da bonificare una fabbrica di calce illegale: sequestro dei carabinieri

I carabinieri hanno sequestrato due capannoni industriali nella cava: mancava l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera. Denunciato per inquinamento il titolare della cava.
A cura di Pierluigi Frattasi
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A Maddaloni una cava da bonificare diventa invece una fabbrica di calce non autorizzata. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale, operanti in seno al Gruppo Carabinieri Forestale di Caserta, unitamente a personale della territoriale Stazione Carabinieri di Maddaloni, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo di due capannoni industriali. Il primo adibito a deposito con annesso reparto di preconfezionamento di asfalto a freddo, malte premiscelate, adesivi in polvere ed idropitture, con evidenza di emissioni polverulente alla base dei macchinari. L'altro ad officina di autocarrozzeria con annesso reparto per la verniciatura dei veicoli. Indagini condotte dal tenente colonnello Marilena Scudieri, del Nucleo Investigativo.

Nella cava una fabbrica di calce non autorizzata

Il provvedimento è stato emesso dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura che ha coordinato le indagini, perché veniva esercitata l'attività in mancanza dell'autorizzazione alle emissioni in atmosfera. L'inchiesta era partita a novembre 2019, quando, a seguito di numerose segnalazioni, i carabinieri scoprirono di notte due escavatori con martelli demolitori che stavano perforando la parete rocciosa. Dalla verifica dei titoli autorizzativi emerse che la ditta era autorizzata all'esecuzione di un progetto nell'ambito del programma di dismissione per il recupero paesistico ed ambientale della cava di calcare.

Nella realtà, però, l'attività dello stabilimento non si esauriva nella semplice riqualificazione ambientale della cava in quanto, oltre all'attività estrattiva in generale, dalla visura camerale emerse che oggetto sociale era anche la trasformazione e l'utilizzazione industriale delle materie prime estratte, compresa la produzione di calcestruzzi cementizi, calce viva, gesso e conglomerati bituminosi.

Il titolare della cava denunciato per inquinamento

Nei confronti del titolare della cava di calcare, per il quale vale la presunzione di innocenza in quanto il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari, si procede per il delitto di inquinamento ambientale in quanto in mancanza delle prescritte autorizzazioni abusivamente cagionava una compromissione oggettiva e misurabile della matrice ambientale suolo, aria e acqua. All'imprenditore sono state contestate infrazioni amministrative inerenti attività estrattive eseguite in difformità alle prescrizioni di autorizzazione, la non corretta gestione dei rifiuti, e la sicurezza sui luoghi di lavoro per le quali sono state irrogate sanzioni amministrative per oltre 20 mila euro.

Un anno fa sequestrati mille metri cubi di rifiuti

Ma non finisce qui. Ad aprile 2021, infatti, nel corso di un sopralluogo, nel piazzale antistante il fronte di cava, erano già stati scoperti e successivamente sottoposti a sequestro mille metri cubi di rifiuti speciali pericolosi e non (pneumatici fuori uso, scarti di demolizione edile, oli esausti, imballaggi pericolosi), risultati depositati in maniera incontrollata e gestiti in assenza della prescritta autorizzazione.

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