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Locatelli e Brusaferro contro De Luca: “Medici rianimatori sono pilastri contro la pandemia”

Anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e Silvio Brusaferri, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, difendono medici anestesisti e rianimatori, dopo la sfuriata di De Luca di ieri che aveva parlato di “una piccola percentuale di farabutti che cerca di non fare il suo dovere”. Per Brusaferri e Locatelli, invece, “anestesisti e rianimatori italiani sono stati i pilastri della lotta al Covid”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Non si placano le polemiche dopo le parole di Vincenzo De Luca che, nella consueta diretta Facebook del venerdì, si era scagliato contro tutto e tutti, arrivando ad attaccare però anche i medici. "Abbiamo una piccola percentuale di farabutti che cerca di non fare il suo dovere", aveva detto il presidente della regione. Un riferimento anche al fatto che di notte alcuni pazienti sarebbero stati respinti dagli ospedali non perché mancassero i posti letto, ma per presunte inadempienze dei medici.

Un accostamento infelice che ha fatto infuriare tutti. Quest'oggi anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e Silvio Brusaferri, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, durante la conferenza stampa nazionale di presentazione dei dati sul monitoraggio del Covid in Italia, hanno preso le difese di medici anestesisti e rianimatori. "I colleghi delle terapia intensive hanno dato una prova formidabile e il paese deve loro un ringraziamento unico, speciale e incommensurabile", ha spiegato Locatelli, subito seguito da Brusaferro, che ha poi specificato che "anestesisti e rianimatori italiani sono molto competenti anche a livello internazionale e sono dei pilastri di risposta al Covid".

Già nelle scorse ore si erano infuriati per le parole di Vincenzo De Luca gli stessi medici rianimatori-anestesisti. In una lunga lettera inviata alla Regione Campania, avevano infatti denunciato le enormi carenze del sistema sanitario regionale, spiegando di non avere copricalzari, né sistemi di monitoraggio avanzato, né radiologi di guardia, nonché di essere costretti a lavorare anche in cinquanta in spazi angusti e con infermieri senza esperienze dirette in area critica. Una lettera che, indirizzata a Vincenzo De Luca, ha squarciato ulteriormente il velo sul sistema sanitario campano, commissariato ormai dal Palazzo Santa Lucia da oltre dieci anni.

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