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Le mani del clan Polverino sui cantieri di Napoli: a Montesanto lavori per 12 appartamenti

I carabinieri hanno sequestrato un cantiere in uno stabile composto da 12 mini appartamenti a Montesanto, nel centro di Napoli: l’impresa è considerata riconducibile al clan Polverino di Marano, i lavori erano in corso senza autorizzazione antisismica e in difformità dal progetto originale. In manette tre persone per trasferimento fraudolento di beni aggravato dal metodo mafioso.
A cura di Nico Falco
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Una ditta edile, riconducibile al clan Polverino/Nuvoletta di Marano, stava costruendo 12 mini appartamenti a Montesanto, nel centro di Napoli, senza rispettare il progetto originale e in assenza di autorizzazione sismica. Lo hanno scoperto i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, nell'ambito di una indagine che ha portato alle misure cautelari per tre persone, due in carcere e una agli arresti domiciliari, ritenute gravemente indiziate di trasferimento fraudolento di beni aggravato dal metodo mafioso.

I due arrestati e condotti in carcere si chiamano entrambi Carlo Simeoli, uno ha 57 anni e l'altro, il cognato, 51; il primo era stato già coinvolto in precedenti inchieste (da cui è stato poi assolto) con l'accusa di avere riciclato denaro del clan Polverino; il terzo destinatario del provvedimento è il 63enne Vincenzo Pelella, titolare della società sequestrata, la Planet Cotruzione Srls con sede a Qualiano; la ditta, secondo gli inquirenti, era in realtà amministrata dai due Simeoli e solo formalmente intestata a Pelella.

L'operazione è scattata oggi, 14 aprile, in esecuzione del provvedimento emesso dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Anrtimafia locale. Lo stabile si trovava nel pieno centro cittadino, a Montesanto, il popoloso quartiere che si trova proprio a due passi dalla caserma Pastrengo, la sede del Comando Provinciale dei carabinieri. L'edificio, un palazzo storico, si estende su due livelli per un totale di 800 metri quadrati di superficie e ha un valore di circa 3 milioni di euro; all'interno erano stati realizzati i 12 mini appartamenti, ma senza rispettare il progetto originale. Il cantiere è stato sottoposto a sequestro preventivo.

Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo di Napoli e coordinate dalla Dda, hanno dimostrato che l'impresa che si stava occupando dei lavori era in realtà collegata al clan Polverino di Marano (Napoli), intestata a un prestanome ma nei fatti riconducibile a due imprenditori che, secondo gli inquirenti, costituiscono l'espressione imprenditoriale della cosca criminale. I militari hanno inoltre appurato che la stessa ditta aveva già lavorato in diversi quartieri di Napoli e negli anni 2018-2019 aveva avuto commesse per oltre 400mila euro. La società è stata sottoposta a sequestro con l'intero assetto patrimoniale, per un valore complessivo che supera i 100mila euro.

(ultimo aggiornamento il 14 aprile alle 11:35)

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