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Le 10 cose di Castel dell’Ovo che ancora non sapevate

Dalle antiche leggende agli sviluppi più recenti, ecco quello che probabilmente ancora non sapete su Castel dell’Ovo, il castello più antico di Napoli.
A cura di Ida Artiaco
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Castel dell'Ovo e Borgo marinari (@jvagle).
Castel dell'Ovo e Borgo marinari (@jvagle).

Il Castel dell'Ovo è tra i castelli più antichi della città di Napoli, se non il più datato rispetto ai vicini Castel Capuano e Maschio Angioino. Si tratta di uno degli elementi che più risaltano all'occhio quando si fotografa il celebre golfo della città partenopea. Adagiato sul mare, si trova tra i quartieri di San Ferdinando e Chiaia e la sua origine pare risali addirittura all'epoca romana. Ma la storia del Castel dell'Ovo è fatta di numerosi dettagli e curiosità che restano ignote ai più. Dalle leggende che circolano sulla nascita del suo nome agli sviluppi degli ultimi anni, ecco le dieci cose che ancora non sapete su una delle costruzioni più famose d'Italia.

#1 L'isolotto di Megaride e la leggenda di Partenope

Il Castel dell'Ovo si sviluppa completamente su un isolotto, il cosiddetto isolotto di Megaride, oggi quasi del tutto irriconoscibile. Quando fu realizzata la costruzione nel lontano I secolo d.C., l'isolotto non era collegato alla terra ferma, ma era distante pochi metri dalla costa. Secondo un'antica leggenda, sotto l'isola fu sepolto il corpo della sirena Partenope, che si era suicidata dopo il rifiuto di Ulisse. Il mito narra che ciò avvenne molto tempo prima della fondazione della città di Neapolis, facendo diventare questo uno dei luoghi di culto più sacri dell'antichità.

#2 In questo luogo di guerra nacque l’aggettivo “luculliano”

L'origine del Castel dell'Ovo pare sia da rintracciarsi nel I secolo d.C., quando Lucio Licinio Lucullo, guerriero romano e amico di numerosi letterati, decise di acquistare un fondo agricolo compreso tra Pizzofalcone e Pozzuoli per realizzare una villa dalle grande dimensioni. L'isolotto di Megaride si prestava molto bene a questo scopo, con i suoi aranceti e canneti. Così diede ordine di far costruire il celebre Castrum (o Castellum) Lucullianum, una villa elegante e ricca di biblioteche, allevamenti di murene e frutteti di ciliegie. E' probabile che proprio da qui derivi l'origine dell'aggettivo "luculliano", che significa raffinato, sontuoso.

#3 Qui morì l'ultimo imperatore di Roma

Dopo il crollo dell'Impero romano, anche la villa di Lucullo subì un lieve declino. Tuttavia, le sue stanze ospitarono Romolo Augustolo, l'ultimo imperatore di Roma, dopo la deposizione nel 476 d.C. Qui fu spedito da Odoacre, dopodichè scomparve dalle fonti documentate, per cui è molto probabile che la sua morte sia avvenuta in quello che sarebbe diventato il Castel dell'Ovo.

#4 Prima di essere un castello è stato anche un monastero

Pochi sanno che il Castel dell'Ovo prima di essere così come lo si conosce oggi è stato anche un monastero. Nell'Alto Medioevo, dopo la morte dell'ultimo imperatore di Roma, nella villa di Lucullo si insediarono dei monaci basiliani provenienti dalla Pannonia, che continuarono a vivere qui secondo la regola benedettina. Vi realizzarono anche un lazzaretto per i pellegrini che tornavano dalla Terrasanta.

#5 Il Castel dell'Ovo era la prigione di Corradino di Svezia, decapitato a 16 anni

Secondo le fonti storiche, dopo essere stato villa e monastero, il Castel dell'Ovo come lo conosciamo oggi fu costruito nel 12esimo secolo. Dopo la conquista normanna di Napoli, il castello ospitò la famiglia reale dei D'Angiò. E' qui che venne tenuto prigioniero in questi anni Corradino di Svevia, allora sedicenne, catturato dagli uomini di Carlo I durante la battaglia di Tagliacozzo, prima di essere decapitato pubblicamente in piazza Mercato. Nel 1608 vi fu tenuto prigioniero anche Tommaso Campanella e nel 1800 alcuni celebri giacobini come Francesco De Sanctis, Carlo Poerio e Luigi Settembrini.

#6 Ha ospitato una fabbrica di cristalli e di specchi

A metà Settecento Carlo di Borbone fece nascere all'interno del Castel dell'Ovo una fabbrica di cristalli e specchi. Il suo intento era quello di dare nuovo slancio al settore manifatturiero della città e all'economia napoletana, come già aveva fatto a Capodimonte e a Castellammare.

#7 Volevano abbatterlo per creare un nuovo rione

Nel 1871, all'inizio del Regno d'Italia, il Castel dell'Ovo ha rischiato di scomparire: volevano infatti abbatterlo per creare un nuovo rione della città di Napoli, accanto a quelli già esistenti di San Ferdinando e di Chiaia. Il progetto, realizzato dall'Associazione degli scienziati letterati e artisti, non fu però portato a termine, anche se il Castello rimase in uno stato di profondo abbandono almeno fino al 1975, anno in cui cominciarono i lavori di ristrutturazione.

#8 Durante la Seconda guerra mondiale ospita un reparto libico

Nel corso della Seconda guerra mondiale, il Castel dell'Ovo venne utilizzato come fortezza militare. In particolare, durante gli anni del Fascismo, ospitò le truppe dirette in Libia, prima di diventare avamposto della contraerea. Oggi è in congedo militare.

#9 Persino la regina mentì per salvaguardare la leggenda dell’uovo

Il nome del Castel dell'Ovo deriverebbe dalla cosiddetta leggenda dell'uovo, secondo la quale il poeta Virgilio avrebbe appeso ad una trave di quercia nei sotterranei del castello una gabbia di ferro contenente una caraffa piena d'acqua e un uovo. Si pensava che proprio quest'uovo reggesse il destino del castello e della città di Napoli: per questo durante il maremoto che quasi distrusse la costruzione nel 1370 si diffuse la paura che l'uovo magico si fosse rotto. Per correre ai ripari e far tornare la pace in città, la regina Giovanna I fu costretta a giurare pubblicamente che l'uovo fosse stato sostituito con uno integro davanti ai suoi occhi.

#10 Castel dell'Ovo e la leggenda dell'uomo-pesce

Il mito racconta di un ragazzo, Niccolò o Cola Pesce, metà uomo e metà pesce, che spesso veniva incitato dal re di Napoli a gettarsi in mare nei pressi di Castel dell'Ovo per riportargli cosa nascondessero i suoi abissi. L'uomo-pesce raccontò di aver visto coralli, scheletri e navi sommerse ricche di tesori. Per portare al sovrano le gemme preziose lì conservate, si faceva ingoiare da un pesce e quando arrivava a destinazione gli tagliava il ventre per uscire. Di lui improvvisamente non si seppe più nulla. Semplicemente non riemerse più dall'acqua.

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