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La strategia dei falsari: 10% per ogni banconota, produzione aumentata a Natale

Misura cautelare per dieci persone eseguita dalla Guardia di Finanza: avrebbero prodotto 5 milioni di euro contraffatti, ai vertici tre napoletani.
A cura di Nico Falco
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Fino a un euro e cinquanta per una banconota da 10 euro, produzione aumentata nel periodo natalizio, quando è più facile smerciare i soldi falsi, niente dettagli al telefono. Aveva una strategia di impresa ben pianificata e basata sulla quantità, la banda di falsari smantellata dalla Guardia di Finanza al termine di complesse indagini e che avrebbe messo in circolazione 5 milioni di euro contraffatti, tre dei quali finiti probabilmente in tutta Italia e anche all'estero.

Smantellata banda di falsari, in giro 5 milioni falsi

Il blitz è partito all'alba di oggi. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Napoli Nord, al termine delle indagini, durate oltre un anno, condotte dalle fiamme gialle col coordinamento della Procura di Napoli Nord; le misure cautelari sono state notificate dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria. Dei dieci destinatari, 4 sono finiti in carcere, 3 agli arresti domiciliari e altri tre sottoposti all'obbligo di dimora. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate.

Ai vertici della banda c'erano due napoletani, che avevano rapporti stabili con un falsario, anche lui originario di Napoli. Ed era proprio quest'ultimo, ex tipografo e dominus dell'affare, che si occupava di produrre migliaia di banconote contraffatte, soprattutto da 20 e da 50 euro: si stima che complessivamente il gruppo abbia falsificato 5 milioni di euro (di cui 1,9 milioni finiti sotto sequestro), con un guadagno di 750mila euro.

La produzione e la vendita avvenivano in due locali di Carinaro (Caserta): uno era un appartamento, dove venivano anche consegnati i pacchi di soldi, l'altro era la tipografia, formalmente intestata alla figlia, dove c'erano le attrezzature e i patch olografici da apporre in digitale.

Per comprendere l'entità del business si può fare riferimento a uno dei sequestri effettuati durante le indagini: un corriere era stato bloccato con 37.804 banconote da 50 euro appena prelevate dall'abitazione del falsario. Il suo arresto non aveva però fermato il sodalizio.

La strategia del gruppo: produzione aumentata a Natale

Il gruppo, ha ricostruito la Guardia di Finanza, lavorava secondo schemi rigidi e ben definiti. Innanzitutto, non si doveva parlare al telefono: le comunicazioni erano ridotte al minimo, giusto qualche accenno a pacchi pronti e da consegnare. Poi c'erano le linee guida sui ritmi di lavoro: nei periodi in cui si prevedeva una maggiore circolazione di denaro, come per esempio quello delle festività natalizie, la produzione veniva incrementata vista la più alta possibilità di smerciare le banconote false.

Ogni banconota, stimano le fiamme gialle, veniva venduta dal produttore a un prezzo tra il 10% e il 15% del valore nominale: per fare un rapido calcolo, per 100 euro se ne incassavano fino a 15. E questo era il costo "da grossista": nei vari passaggi di mano venivano applicati gli ulteriori rincari, in modo che tutta la filiera avesse il proprio guadagno.

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